La Nuova Sardegna

Il paese attacca il “Camerata”: ha passato il limite

di Luigi Soriga
Il paese attacca il “Camerata”: ha passato il limite

La comunità si divide nel giudicare il candidato sindaco Tutti d’accordo su un punto: «Sulla Shoah non si scherza»

19 maggio 2016
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INVIATO A BONORVA. Alle 10 del mattino le copie dei giornali sono esaurite. Tutti hanno letto del "camerata Zanza", dei suoi saluti romani e delle battute sui forni crematori. Nei bar alcuni danno il buongiorno con la mano tesa, suscitando generose risate.

Insomma dopo vent'anni di politica Antonello Zanza in paese lo conoscono tutti, e dicono che non va preso troppo sul serio. La gente commenta volentieri, l’argomento è divertente, ma guai a dare nomi e cognomi. «Lui è sempre stato così – raccontano – Non ha mai fatto mistero di essere di destra, quando scherza è fanfarone, ma in fondo è una brava persona. Certo a molti non è simpatico, perché ha un modo di fare esagerato. Lui è eccessivo in tutto, anche nel modo di scherzare. Tipo: in questa campagna elettorale, ti incontra, ti parla come se fossi il suo migliore amico, e ti promette l'impossibile. Antonè, gli ho risposto. Ajò».

Bonorva però è un paese con una consolidata tradizione di sinistra, e non sempre c'è tutta questa indulgenza nei giudizi. L'attuale sindaco Gian Mario Senes, è comunista fino al midollo. Con Zanza si guardano in cagnesco ognuno dalla propria barricata, ma sempre con rispetto e stima reciproca, nonostante gli scontri siano a muso duro. Dice Senes: «L'immagine del paese non ne esce molto bene. Tutti conosciamo Antonello e i suoi tratti caratteriali improntati alla provocazione e alla goliardia. Resta il fatto che sul Fascismo c'è ben poco da scherzare. È un'immane tragedia dalla quale siamo venuti fuori con grandi sacrifici e con una Costituzione. Non bisogna dimenticarlo. Perciò i social vanno usati con grande attenzione, e ancora di più se chi ci scrive ricopre un ruolo istituzionale. Una battuta può essere travisata, interpretata male e peggio ancora strumentalizzata». Il diretto concorrente alla poltrona di primo cittadino per le elezioni di giugno, ovvero Massimo d'Agostino, potrebbe rigirare il coltello nella piaga. Il passo falso di Zanza glielo consentirebbe. Invece non ci pensa minimamente: «Non voglio entrare su una questione che riguarda esclusivamente Antonello Zanza e che dovrà risolversi da solo. Sarebbe troppo facile da parte mia strumentalizzare la vicenda e girarla politicamente a mio favore. Ma lungi da me ridurre la competizione elettorale a questi livelli. Voglio che vinca chi si presenta con il miglior programma e chi è giudicato più credibile dai cittadini. Perciò continuo a concentrarmi su me stesso e sulla mia coalizione e scelgo il no comment».

Difficilmente però questo polverone condizionerà l’esito del voto. I bonorvesi ne sono convinti. Dicono che il responso dell’urna si basa su ben altri meccanismi, sulle famiglie, sulle conoscenze e soprattutto sulle promesse di un lavoro. Saranno decisivi gli orfani del centrosinistra, che non hanno una lista di riferimento e che potrebbero decidere anche di disertare l’urna. Loro però a Zanza non fanno sconti: «Certe battute in pubblico non le ha mai fatte. È grave che un candidato sindaco faccia ironia sull’Olocausto. E buttarla sulla goliardia non è una giustificazione». Però c’è anche chi lo difende a spada tratta. Occhiali scuri, barba bianca, ma look da super giovane. «Ma in fondo Mussolini cos’ha fatto di male?» . Per esempio ha promulgato le leggi razziali. «Ebbè? Prendiamo l’esempio dei negri che adesso si vedono in giro...».

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