La Nuova Sardegna

Post razzisti sui social, a Bonorva c'è un precedente

Post razzisti sui social, a Bonorva c'è un precedente

Giovanna Tedde, assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili fece un "errore" simile

18 maggio 2016
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BONORVA. A Bonorva c’è un precedente. All’inizio del 2015 su internet cominciavano a girare i video degli sgozzamenti e delle esecuzioni di massa. L’allora assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili Giovanna Tedde resta choccata da alcune immagini e di pancia rovescia il suo sdegno sulla tastiera. Ne viene fuori un post violentissimo anti-islam, dove viene invocato lo sterminio dei musulmani. Si rende conto dell’immane cavolata che ha commesso, prova a cancellare tutto, ma è troppo tardi. Il polverone è già sollevato e il suo messaggio rimbalza da una pagina all’altra.

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«Sto ancora pagando il conto di quell’errore madornale – dice Giovanna Tedde – un conto anche con la mia coscienza. Perché quelle frasi e quei pensieri non mi appartengono. Tuttavia ritengo che chiunque rappresenti le istituzioni, a qualunque livello, debba assumersi le proprie responsabilità. Io in quell’occasione ho sbagliato e ho rassegnato subito le dimissioni da assessore e da allora ho interrotto la mia carriera politica. Basta nulla per sbagliare e ci vuole una vita per recuperare». Ora nella sua stessa situazione si trova Antonello Zanza: «Purtroppo mi ricordo che quando nell’occhio del ciclone c’ero io, lui fu uno dei primi a rilasciare interviste contro di me, sostenendo che avevo messo in imbarazzo il Comune e che dovevo lasciare l’incarico.

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Mi dispiace ora trovarmi dall’altra parte della barricata, perché personalmente non ho niente contro il consigliere Zanza del quale riconosco sempre il grande impegno politico. Però un aspirante primo cittadino certe affermazioni non può permettersele, anche perché non si tratta di uno sfogo occasionale e circostanziato come il mio, ma di esternazioni fasciste reiterate nel tempo. Ho imparato sulla mia pelle che chiunque ricopra un incarico istituzionale è doverosamente chiamato a rispondere sempre di ciò che pensa e dice». (lu.so.)

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