La Nuova Sardegna

Italia e Ungheria ricordano insieme la strage dell’Asinara

di Gavino Masia
Italia e Ungheria ricordano insieme la strage dell’Asinara

Il presidente Ader visita il monumento dedicato ai soldati Presente il sottosegretario Rossi: non c’è futuro senza pace

18 maggio 2016
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ASINARA. Il rumore del silenzio ieri pomeriggio tra la fitta vegetazione dell’Asinara è stato il modo migliore per ricordare l’eccidio cruento dei soldati austro-ungarici sull’isola parco durante la sanguinosa guerra che aveva diviso l’Europa. A distanza di un secolo il presidente della Repubblica ungherese Janos Ader ha tolto il velo dalla stele commemorativa posizionata vicino alla piccola cappella austro-ungarica di Cala Reale: il monumento - progettato dall’ingegnere Fortunato Schiaffino e realizzato dall’artista Giuseppe Sanna - riproduce una parte del “piccolo blasone d'Ungheria” che è anche presente nella bandiera nazionale.

L’isola dell’Asinara tra il 1915 e il 1916, durante i primi due anni della Grande guerra che segnò l’Europa e il mondo con un numero elevato di morti, fu il teatro di episodi dolorosi: tra Fornelli e Cala Reale sino all’estrema punta nord dell’isola furono allestiti campi per circa 27 mila profughi serbi e prigionieri di guerra austro-ungarici. Un motivo più che importante per ricordare quei fatti tragici che segnarono l’isola, secondo il Comune di Stintino, con una cerimonia solenne preceduta dai due inni nazionali e poi proseguita dalle testimonianze del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, dell’assessore regionale agli Affari generali Gianmario Demuro, del presidente pro tempore dell’Ente Parco e sindaco di Stintino Antonio Diana e del presidente della Repubblica ungherese. Presenti anche il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler. Il sottosegretario Rossi ha portato i saluti della Repubblica italiana e ha ricordato che «non c’è futuro senza la pace», mentre l’assessore Demuro ha definito l'iniziativa di «grande valore per far conoscere alle giovani generazioni quello che è successo all'Asinara 100 anni fa». «L’iniziativa consente di recuperare la memoria di una avvenimento caduto nell’oblio che ha visto la Sardegna teatro di questo tragico evento», ha aggiunto Ganau. Il presidente Janos Ader ha parlato per ultimo, ringraziando i sardi che un tempo aiutarono i prigionieri e quelli che ancora oggi, attraverso la memoria, non permettono di dimenticare gli orrori di allora. «Grazie anche a quelli che curano i cimiteri militari – ha aggiunto il presidente ungherese –, luoghi di ricordi delle tragedie passate. Quando commemoriamo numero inimmaginabile di vittime non dobbiamo mai dimenticare una cosa: che noi nipoti e pronipoti faremo di tutto perché simili tragedie non possano più ripetersi». Tutta la delegazione ha poi visitato il cimitero italiano di Campu Faro, dove il presidente ungherese e la moglie hanno deposto una corona di fiori sulla tomba di caduti magiari, e l’ossario di Campu Perdu, dove sono raccolti i resti dei prigionieri deceduti durante la prigionia sull’isola dell’Asinara. Le cerimonie sono state accompagnate dai canti della confraternita Santa Croce di Castelsardo. Il tour del presidente della Repubblica ungherese è cominciato ieri mattina con la visione della mostra “Vita e morte dei prigionieri austroungarici sull'isola dell'Asinara, una crisi umanitaria”, allestita nel nuovo Museo della Tonnara. Un momento per ricordare due popoli nemici ai tempi della Grande guerra, ma oggi riuniti nella commemorazione dei caduti.

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