La Nuova Sardegna

Chiusa la vertenza entrate Stato-Regione: in arrivo oltre un miliardo

Umberto Aime
Chiusa la vertenza entrate Stato-Regione: in arrivo oltre un miliardo

Il Consiglio dei ministri ha approvato le norme di attuazione dell’articolo 8. Pigliaru: un risultato straordinario. Cappellacci: spero non sia l’ennesima beffa

17 maggio 2016
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CAGLIARI. Partita chiusa e vinta, per la Regione. I sardi hanno dovuto aspettare dieci anni, ma alla fine il Governo ha messo la firma, con tanto di sigillo, sull’ultima pagina della Vertenza entrate. Palazzo Chigi ha riconosciuto alla Sardegna 900 milioni di arretrati dal 2010 al 2015 e altri 150 milioni arriveranno a regime da quest’anno per quelle voci tributarie ed erariali che non più di pochi mesi fa lo Stato tratteneva invece per sè. Nelle norme di attuazione – sono quelle approvate appunto ventiquattr’ore fa dal Governo – è scritto anche: la Sardegna potrà incassare quanto dovuto «direttamente senza più aspettare che le compartecipazioni passino prima per Roma».

È un altro passo verso l’Agenzia regionale delle entrate, che sostituirà quella nazionale appena il ministero dell’Economia «individuerà tempi (sarà entro quest’anno?) e procedure del passaggio di consegne». C’è anche un’altra vittoria da mettere nel conto: le riserve erariali, è quanto lo Stato trattiene per far fronte al debito pubblico, non potranno più essere caricate sulla Sardegna se non in «casi di eventi eccezionali e imprevedibili», ad esempio un terremoto. In caso contrario, quanto spetta ai sardi da oggi in poi sarà pagato fino all’ultimo euro.

La festa. Era attesa dal 2004, quando l’allora assessore al Bilancio Francesco Pigliaru, giunta Soru, sollevò il caso fino a parlare di «palese ingiustizia». Dopo due anni di duro testa a testa, nel 2006 fu firmata la moratoria fra Renato Soru, presidente della Regione, e Romano Prodi, capo del Governo. Nel 2010, i primi trasferimenti maggiorati di Iva e Irpef con la Sardegna che però da quel momento in poi si farà carico della continuità territoriale aerea e della sanità. Mancava tutto il resto, e ieri il Governo ha approvato l’ultimo e definitivo atto. A dicembre, preceduto dal via libera della commissione paritetica Stato-Regione, presieduta dal deputato Francesco Sanna, con la riscrittura dell’articolo 8 dello Statuto speciale, quello appunto sulle «entrate in compartecipazione».

Il governatore. «Oggi è stata messa la parola fine – ha commentato Pigliaru – sulla lunga e complicata Vertenza entrate Sono felice di poter chiudere da presidente una partita avviata dieci anni fa da una Giunta di centrosinistra». Per proseguire: «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario grazie a un rapporto sempre leale e di costante collaborazione tecnica e politica col Governo e la Ragioneria dello Stato. È stato però decisivo anche il ruolo del Consiglio regionale e l’impegno della Commissione paritetica». La conclusione del comunicato ha proprio il tono della festa. «Da oggi portiamo a casa regole certe, condivise e che ristabiliscono, una volta per tutte, quanto spetta alla Sardegna». A commentare con soddisfazione il risultato sono stati anche l’assessore al Bilancio Raffaele Paci, «la vittoria non era scontata» Pietro Cocco, capogruppo del Consiglio regionale, e Caterina Pes, deputato del Partito democratico.

L’opposizione. Non c’è nulla da festeggiare per Forza Italia e l’ex governatore Ugo Cappellacci. «Gli scippi del Governo sono stati uno dopo l’altro in questi anni, con oltre un miliardo sparito nel nulla – è scritto in un comunicato – Oggi Pigliaru si dichiara entusiasta, ma finora è stato solo borseggiato. Se nel 2012 il centrodestra non avesse ricorso alla Corte costituzionale non sarebbe accaduto nulla e, tra l’altro, dobbiamo stare attenti che anche il nuovo accordo non diventi una beffa com’è già successo con il pareggio di bilancio».

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