La Nuova Sardegna

Asl unica, riforma ad alta tensione: Pigliaru pronto a mettere la fiducia

di Luca Rojch
Asl unica, riforma ad alta tensione: Pigliaru pronto a mettere la fiducia

ll governatore vuole la rapida approvazione della Azienda sanitaria unica per ridurre la spesa Ma il provvedimento già approvato in giunta rischia di arenarsi in consiglio regionale

16 maggio 2016
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SASSARI. Guarire il grande malato senza venire ucciso dal morbo. Il governatore Francesco Pigliaru ha deciso, varerà la Asl unica. E per farlo ha già messo la fiducia. Il suo aut aut. O la riforma o tutti a casa. La giunta l’ha votata, qualcuno solo per disciplina di maggioranza. Ma il piano rischia di venire ingoiato dentro le sabbie mobili del consiglio.

Entusiasmo zero. La riforma prevede che delle 11 Asl ne resti una sola. Il motivo è semplice le spese per la sanità superano i 3 miliardi di euro. Da sole ingoiano metà del budget della Regione. Pigliaru è convinto che con una sola Azienda sanitaria si potranno tagliare i costi. Ma già in giunta non tutti gli assessori sono certi che sia la strada giusta. Impossibile far parlare qualcuno. Tutti hanno fatto voto del silenzio. Compatti.

Il campo di battaglia. La vera difficoltà sarà l’approvazione in consiglio. Passaggio complicatissimo. Pigliaru ha già messo una sorta di fiducia sul provvedimento. La sua anima riformista è certa che questa semplificazione nel bizantino ordito che ha creato 11 Asl porterà un miglioramento della macchina. Ma per i consiglieri, espressione dei territori, diventa difficile tornare a casa e spiegare che la perdita dell’Asl sia un bene per il territorio. Difficile che tutti accettino. E la giunta sa che rischia di schiantarsi contro questa riforma. Pigliaru potrebbe finire la sua corsa. Ma il governatore non sembra spaventato. È convinto che questo passaggio sia fondamentale. In un primo momento si era anche sparsa la voce che si volesse far approdare la riforma in Consiglio senza farla passare in commissione. Ma non è così. La paura della giunta è che la riforma esca stravolta, sfilacciata da eccezioni e compromessi che ne intaccherebbero lo spirito.

Troppo traffico. La Asl unica rischia di schiantarsi sul complicato gioco di equilibri che reggono la maggioranza. Anche perché sul tavolo c’è anche il riordino del sistema ospedaliero. La giunta in questi mesi ha tentato di far viaggiare su binari diversi i due provvedimenti. Per ora il riordino del sistema ospedaliero ha creato molto malcontento tra i consiglieri. Anche perché sono molte le comunità in rivolta contro la proposta di riordino. Ora si intreccia anche l’unificazione delle Asl. Per molte comunità piccoli centri di potere sul territorio che verranno a mancare. In realtà la Asl unica non cancella le funzioni, ma tutto l’apparato burocratico che gestiva assunzioni, spese, personale. In altre parole per i sostenitori della Asl unica cancella il potere. I contestatori della riforma mettono in evidenza come tutto verrà centralizzato. Dai bandi alle assunzioni. Tutto finirà nelle mani di un super direttore generale che approverà un bilancio da 3 miliardi di euro, metà dei soldi che sono nelle casse della Regione.

Alta tensione. Se si sommano le pressioni intorno alle due riforme, asl e ospedali, si capisce perché la giunta Pigliaru rischi di naufragare davanti al piano di riordino se continuerà a mettere la fiducia sul provvedimento. Una scelta coraggiosa, ma pericolosa per l’esecutivo. Dopo la cancellazione delle Province perdere il campanile delle Asl potrebbe essere inaccettabile per molti consiglieri. E il gonfalone sembra essere più pesante della tessera di partito. Da qui le possibilità di inciampo del provvedimento. Anche se per ora nessuno è uscito allo scoperto. Il Partito dei Sardi non ha mai nascosto di non gradire la Asl unica e ha proposto un suo modello con tre Asl. Ma anche tra gli altri alleati si sono dubbi. E nello stesso Pd le posizioni non sono monolitiche.

L’intreccio. Pigliaru dovrà fare i conti anche con il momento di caos all’interno del Pd. Tra i democratici le correnti sono diventate sempre più magmatiche e anche la disciplina di partito sbiadisce. L’assemblea di venerdì farà prendere una direzione precisa al Pd. La scelta di un segretario di transizione o di un commissario e la decisione della data del congresso diventeranno centrali per capire dove andranno i Dem.

E gli equilibri all’interno del Pd diventeranno centrali anche per capire quanta forza ha la giunta. Luigi Arru, assessore chiave in questa partita, era tra i più vicini all’ex segretario Renato Soru. Dopo l’addio del loro leader alla guida del partito proprio i soriani sembrano i più confusi. In realtà gli equilibri all’interno del Pd potrebbero portare anche a un rimpasto in giunta. E le frizioni legate al capitolo delle riforme sulla sanità potrebbero dare il via al valzer di cui si parla da mesi.

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