La Nuova Sardegna

«I rifugiati sono un business per le coop»

di Claudio Zoccheddu

Valledoria, il sindaco Terzitta critica l’intero sistema di gestione: non c’è alcuna integrazione

10 maggio 2016
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VALLEDORIA. La storia sembra destinata a ripetersi tale e quale. Nonostante sia passato un anno è probabile che un nuovo sbarco di migranti possa generare gli stessi problemi nati all’indomani del primo incontro ravvicinato tra i disperati che arrivano dal mare e gli abitanti dei piccoli centri della Gallura.

Ne è convinto anche il sindaco, Tore Terzitta, che si dice quasi rassegnato ad assistere a un remake che nessuno vorrebbe vedere: «Purtroppo siamo nella stessa situazione di quando è scattata l’emergenza», ha detto il primo cittadino, «le prefetture della Sardegna hanno rigettato la proposta di distribuire i migranti in tutti i comuni tenendo conto del numero di abitanti perché preferiscono affidarsi alle cooperative private e alle strutture abilitate».

Una scelta che ha generato più di una perplessità anche dalle parti di Valledoria: «Credo che ormai tutti abbiano capito con chi abbiamo a che fare quando si parla di business dei migranti. Peccato, sono convinto che la mia idea avrebbe dato una mano all’economia dei territori e soprattutto avrebbe favorito l’integrazione dei nostri ospiti», ha commentato ancora Tore Terzitta con un pizzico d’amarezza.

Nonostante il futuro incerto, il modello Valledoria inizia a girare a pieno regime e a generare i primi frutti. Passata l’emergenza e scemate le proteste della prima ora, il cammino verso l’integrazione degli ospiti – pochi a dire il vero – che sono rimasti nell’ex casa di riposo “Cristo Re”, gestita dalla cooperativa romana “Le Tre fontane”, procede spedito.

Quelli che sono rimasti hanno deciso di rimboccarsi le maniche. In questi giorni sono circa una cinquantina i migranti ospitati a Valledoria e molti di loro hanno deciso di occuparsi della cura del verde pubblico, della pulizia delle strade e di piccole manutenzioni in giro per il paese: «Hanno dato la loro disponibilità e si rendono utili», ha spiegato ancora il sindaco, «noi copriamo il loro lavoro con un’assicurazione che li tutela in caso di infortuni. Ovviamente lo fanno a titolo completamente gratuito e in cambio stiliamo relazioni personali che allegheranno alle domande di richiesta di asilo».

Una situazione idilliaca che sembra destinata a non durare, purtroppo. Se dovesse aumentare il numero dei migranti, aumenterebbero anche i problemi e l’idea che un altro centro abbia dato la disponibilità ad accogliere altri cento migranti ha riportato la memoria collettiva ai fatti dello scorso ottobre.

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