La Nuova Sardegna

Sanità, Arru replica all’Aias: «Pagate gli stipendi ai lavoratori»

di Silvia Sanna
Sanità, Arru replica all’Aias: «Pagate gli stipendi ai lavoratori»

L’assessore risponde alla presidente Randazzo: «I crediti in sospeso sono in corso di valutazione Ma i contenziosi non rappresentano un valido motivo per non dare ai dipendenti quanto dovuto»

18 aprile 2016
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SASSARI. Vantare dei crediti nei confronti delle Asl non è un motivo valido per non pagare stipendio e tredicesime ai dipendenti: così l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru replica alla presidente dell’Aias Anna Paola Randazzo. La polemica sale di tono, tra accuse reciproche e richiami al rispetto degli impegni. Nel bel mezzo di questo braccio di ferro ci sono 1400 lavoratori - 1200 Aias e 200 Fondazione Randazzo - che vivono nell’incertezza: gli stipendi arrivano a singhiozzo, le mensilità arretrate sono ormai una manciata e il futuro appare sempre più cupo.

Arru all’attacco. La presidente dell’Aias ha scritto una lettera di due pagine nella quale ha puntato il dito in particolare contro l’assessorato alla Sanità, secondo la Randazzo colpevole di non avere mantenuto gli impegni assunti un anno fa a proposito delle somme che l’Aias sostiene di dover riscuotere dalle Aziende sanitarie. L’assessore Arru dice invece che gli impegni sono stati mantenuti: «È stata fatta la ricognizione dei crediti presunti rivendicati dall’Aias. Laddove è stato accertato che i crediti erano dovuti abbiamo sollecitato le Asl a onorare gli impegni». Arru va avanti: «Noi siamo garanti dei cittadini-pazienti e delle loro famiglie e anche per questo abbiamo da subito auspicato rapporti corretti tra l’Aias e i sindacati: situazioni di continua tensione non creano certamente un ambiente di lavoro ottimale».

Stipendi dalle Asl. Ad agitare particolarmente i vertici dell’Aias è stata la sentenza del Consiglio di Stato che definisce legittimo e necessario il ricorso all’articolo 1676 del Codice civile quando il datore di lavoro non paga gli stipendi. Significa che i compensi ai dipendenti potrebbero essere erogati direttamente dalle Asl. Nella lettera la presidente dell’Aias sostiene che il Consiglio di Stato non può pronunciarsi sulla “fattibilità” del provvedimento. E poi annuncia l’intenzione di ricorrere contro la sentenza. Per questo secondo la Randazzo è inopportuno che Arru, come comunicato ai lavoratori, con una circolare autorizzi le Asl a procedere ai pagamenti.

Lavoratori ignorati. Nella lettera dell’Aias la situazione delicatissima dei lavoratori senza stipendio scompare rispetto alla questione dei crediti verso la Asl. Su questo punto l’assessore Arru si rivolge alla presidente in maniera molto decisa: «Riteniamo che i contenziosi in corso di verifica, in alcuni casi risalenti addirittura alle vecchie Uussl (Unità sanitarie locali ndr) non debbano essere considerati motivo per non pagare stipendi e tredicesime ai lavoratori». Significa che i dipendenti non possono essere coinvolti nel braccio di ferro e il loro diritto di ricevere i pagamenti ogni mese deve essere garantito.

Le reazioni. Il clima è molto teso, i rappresentanti sindacali annunciano nuove iniziative di protesta. Michele Serra, rsa all’Aias e responsabile Cgil per la provincia di Cagliari, critica le ultime comunicazioni del presidente Randazzo. E a proposito della possibilità di presentare istanza contro la sentenza del Consiglio di Stato, invita la direzione a «preoccuparsi di recuperare i soldi per gli stipendi invece di buttarli nei ricorsi».

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