La Nuova Sardegna

Aias, i Randazzo attaccano la Regione: «Saldi i suoi debiti»

di Silvia Sanna

I lavoratori senza stipendio, lettera della presidente «L’assessorato non ha tenuto fede agli impegni assunti»

17 aprile 2016
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CAGLIARI. Un duro atto d’accusa nei confronti della Regione, in particolare dell’assessorato alla Sanità, colpevole di avere “abbandonato” gli impegni presi. A firmare la lettera di due pagine è il presidente dell’Aias Anna Paola Randazzo, che scrive al governatore Pigliaru, agli assessorati alla Sanità e al Bilancio, a tutti i dipendenti Aias e al presidente della VI commissione Sanità in consiglio regionale Mondo Perra, che guida l’organismo di cui fa parte Alberto Randazzo, esponente di Forza Italia e fratello della presidente dell’Aias. Proprio al presidente della Commissione, la responsabile dei centri di assistenza sanitaria sollecita un incontro in tempi brevi.

La lettera. È la risposta all’incontro che l’assessore Arru ha avuto mercoledì 13 con i rappresentanti sindacali dei lavoratori Aias e della Fondazione Stefania Randazzo, che da alcuni mesi non ricevono lo stipendio. Nell’occasione Arru aveva dato notizia della sentenza del Consiglio di Stato, che ha “certificato la possibilità da parte delle Asl di pagare lo stipendio al posto dell’Aias”, applicando l’articolo 1676 del codice civile, come più volte sollecitato dai lavoratori. Arru aveva aggiunto di essere pronto a firmare una circolare indirizzata alle Asl per invitarle ad applicare la procedura. La direzione dell’Aias non ci sta e punta il dito contro l’assessorato che un anno fa, a gennaio, aveva annunciato che in tempi molti brevi avrebbe ultimato la ricognizione dei crediti Aias presso le Asl. Proprio in occasione di quell’incontro, scrive la presidente Randazzo, l’Aias aveva proposto un pagamento in acconto, pari al 60 per cento, dell’importo dovuto dalle Asl e dunque dalla Regione. Per quanto riguarda l’applicazione dell’articolo 1676, la Randazzo interviene sul pronunciamento del consiglio di Stato, che può esprimersi a suo giudizio “sulla legittimità” ma non “sulla fattibilità” del provvedimento, che già in passato avrebbe generato qualche problema per le Asl. L’Aias, inoltre, sta valutando la possibilità di impugnare la sentenza.

Gli scenari. A pagare le conseguenze di questa situazione di stallo sono i lavoratori dell’Aias e della Fondazione, in tutto circa 1400 persone. Che da tempo vivono nella precarietà. Gli stipendi non arrivano oppure vengono pagati a singhiozzo. Nel frattempo a complicare il quadro sono i creditori. Come la Coop Adi 2009 che di recente ha ottenuto il sequestro dei conti bancari della Fondazione per 650mila euro. Ma ci sono altre e vittime di questa situazione: sono i pazienti delle strutture, persone indifese e ancora più deboli dei lavoratori.

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