La Nuova Sardegna

sanitÀ 2/in commissione

L’Anci chiede tempo sulla riforma

Scano: assicurare pari diritti a tutti i sardi. Critiche dai sindacati

15 aprile 2016
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CAGLIARI. Non è una difesa di bandiera e neanche di campanile, i sindaci vogliono solo essere sicuri che «la sanità continuerà a essere un diritto per tutti». Lo ha detto il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, nell’aula della commissione Sanità del Consiglio regionale. Con in mano la bozza della riorganizzazione degli ospedali, quella presentata dalla Giunta, Scano ha detto: «Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci, i sindaci non vogliono difendere lo status quo, anzi sono consapevoli che sia indispensabile una riforma radicale della sanità e per questo oggi siamo molto attenti su ogni particolare. Vogliamo vedere prima sulla carta come nei Comuni sarà assicurato l’equilibrio fra rete ospedaliera, rete dei servizi ed Azienda per l’ emergenza-urgenza». Il quadro complessivo – ha aggiunto – deve essere chiaro prima di qualunque scadenza e «quella indicata dalla Giunta (il primo luglio) non va considerata tassativa. Se ci vorrà più tempo per non fare errori, prendiamocelo», perché «la riforma dovrà dare ai sardi pari diritti a prescindere dal luogo di residenza. Questo non vuol dire avere tutto dappertutto però i servizi dovranno essere uguali dovunque senza che ci siano delle aree intoccabili, Cagliari compresa».

I sindacati. Diversi i giudizi dei sindacati in commissione. Per la Uil «siamo alle prese solo con una mini-riforma che lascia nell’incertezza troppe questioni importanti e decisive per offrire ai cittadini un’assistenza di qualità». Critica anche la Cgil: «È una riorganizzazione che parte dalla testa, la Regione, e non dal basso, i territori, con il rischio che, alla fine, il sistema collassi molto più di quanto è accaduto finora». Per la Cisl c’è un altro errore di fondo: «La riforma dice cosa bisogna fare ma non indica come si deve fare. La transizione potrebbe essere molto, troppo complicata». Critiche sono arrivate anche dalla Css, «dove sono le risorse per cambiare finalmente la sanità?» e dall’Ugl: «In questa bozza non c’è nulla per contrastare il dramma delle infinite liste d’attesa negli ospedali». (ua)

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