La Nuova Sardegna

sanitÀ 1/la protesta

Il Sarrabus in piazza contro i tagli

Sit in di 2mila persone per dire no al declassamento degli ospedali

15 aprile 2016
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CAGLIARI. Il Sarrabus- Gerrei e il Sarcidano Barbagia di Seulo hanno ribadito la loro contrarietà alla proposta di ridefinizione della rete ospedaliera regionale nel corso di un affollata manifestazione che si è svolta a Cagliari. I manifestanti si sono dati appuntamento in piazza del Carmine da dove è partito un corteo, formato da circa 2mila persone, con in testa i sindaci dei 28 comuni del territorio, tutti con la fascia tricolore, che ha raggiunto la sede del Consiglio regionale. Qui si è svolto un pacifico e composto sit in che per oltre un’ora ha impedito il traffico in via Roma. I sindaci sono stati ricevuti dai componenti della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, ai quali i primi cittadini di Muravera, Marco Falchi, e di Isili, Orlando Carcangiu, hanno illustrato le motivazioni della protesta.«È stato un incontro interlocutorio e molto breve. Il presidente Perra si è impegnato a convocarci nei prossimi giorni, non appena la commissione avrà completato l’esame della proposta della giunta regionale. Tutti i membri presenti ci hanno promesso che terranno conto delle richieste dei territori e che si adopereranno per far sì che la riforma della rete ospedaliera sia il più possibile condivisa».

San Marcellino di Muravera e San Giuseppe Calasanzio di Isili, secondo la proposta della giunta, sono passati da presidi ospedalieri di base a stabilimenti di zona disagiata. Un declassamento che - questa è la preoccupazione dei territori - che potrebbe comportare la drastica riduzione di una serie di prestazioni ospedaliere. Alla manifestazione hanno aderito tutte le associazioni di volontariato, culturali, sportive presenti nel territorio. «Continueremo la mobilitazione – ha detto Lidia Todde, presidente della associazione Obiettivo sanità Sardegna e del comitato popolare costituitosi in difesa del San Marcellino – sino a quando non avremo la certezza che vengano almeno mantenuti gli attuali servizi erogati». (Gian Carlo Bulla)

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