La Nuova Sardegna

escalation criminale nell’isola

Tre episodi in una settimana

Tre episodi in una settimana

Dal 2013 quasi 150 casi, il 90 per cento resta impunito

03 aprile 2016
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SASSARI. L’emergenza è tutta nei numeri. Cinque amministratori diventati bersaglio degli attentatori nei primi tre mesi dell’anno: sindaci e vicesindaci destinatari di fucilate, colpi di pistola, molotov e attentati incendiari. Tre episodi concentrati in una settimana, a partire dalla notte di Pasqua. Un’escalation preoccupante che mina la serenità in tanti piccoli Comuni. Dal 2013 a oggi, di fatto, non c’è mai stata una pausa. In poco più di tre anni sono stati 146 gli attentati agli amministratori pubblici: tra loro, il numero più alto è quello dei sindaci (43 tra il 2013 e il 2014), seguiti da consiglieri comunali, assessori o beni di proprietà del Comune. Il 2015 è stato un anno molto difficile che si era aperto a gennaio con l’attentato al sindaco di Bultei Francesco Fois: una bomba davanti alla porta della sua casa aveva rischiato di uccidere lui, sua moglie e due amici di famiglia. Una pausa di qualche mese e poi una serie di attentati poco prima delle elezioni amministrative: una bomba in municipio a Quartu, l’attentato al presidente del consiglio comunale di Carbonia, le minacce di morte sui muri indirizzate al sindaco di Desulo Gigi Littarru. Proiettili al sindaco di Nurri Antonello Atzeni, una croce per Gianfranco Cappai, sindaco di Selargius, la ruspa bruciata per il sindaco di Cuglieri Andrea Loche. Il 21 novembre le auto bruciate a Luigi Mastino, sindaco di Bosa. E poi la storia più recente: ancora un attentato a Littaru, colpi di pistola al vicesindaco di Belvì Maurizio Cadau, la molotov per Daniele Cocco, sindaco di Bottidda e consigliere regionale di Sel. Nel mezzo, il cavallo decapitato per il vicesindaco di Norbello Giacomo Angioni. Ora l’attentato incendiario a Orotelli. La Sardegna è in vetta alla classifica: ha il record del numero più alto di attentati rispetto alla popolazione. E quasi il 90 per cento degli episodi resta impunito. (si. sa.)

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