La Nuova Sardegna

«Sono incredulo, non so se mi ricandiderò»

DALL’INVIATO
«Sono incredulo, non so se mi ricandiderò»

Il primo cittadino non riesce a dare una spiegazione ma esclude legami con le imminenti elezioni

03 aprile 2016
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DALL’INVIATO

OROTELLI. «Non so cosa pensare. Sono frastornato. Mi sembra impossibile che sia potuto accadere. Non saprei a cosa attribuire un simile gesto anche perché, proprio in questo periodo non stiamo portando avanti attività particolari. Solo servizi per i cittadini». Dispiacere, incredulità mista a tristezza negli occhi di Nannino Marteddu, 59 anni, eletto per la seconda volta consecutiva nelle elezioni del maggio 2011. Ora il suo mandato si avvia alla scadenza anche se in paese danno per certa la sua ricandidatura.

«A questo punto vaglierò meglio la situazione – ha infatti detto – dovrò parlarne e valutare con la mia famiglia. Se dovessi decidere oggi direi di no. Intanto porterò a termine il mio lavoro». Vorrebbe capire il perché di questo attentato. Non si capacita del fatto che sia potuto accadere anche a lui. Proprio adesso, a fine legislatura, quando l’amministrazione non sta trattando argomenti delicati o di interesse particolare per qualcuno.

Accanto al sindaco c’è l’assessore Anna Maria Pusceddu, che conferma le sue parole. «Ci sono alcune scadenze – sottolinea la donna – come quelle del bando per il contrasto alla povertà, prevista mercoledì. Poi niente altro».

Un gesto intimidatorio per scongiurare la sua ricandidatura? «No», dice convinto Nannino Marteddu allontanando questa ipotesi oltre che con le parole anche con i gesti. «Non voglio assolutamente pensare a una cosa simile – afferma scuotendo il capo – sarebbe troppo grave. Ognuno è libero di votare chi vuole in totale serenità». Poi racconta ancora, per l’ennesima volta nella lunga giornata, quanto accaduto la notte prima. «Dormivo profondamente quando, all’improvviso, sono stato svegliato da mia figlia che ha sentito dei rumori e, affacciandosi ha visto le fiamme. Ci siamo precipitati in strada – aggiunge il sindaco – ma non c’era nulla da fare. Ci siamo allontanati per paura delle esplosioni. Quegli scoppi sembravano spari. Impotenti abbiamo atteso l’arrivo dei vigili del fuoco da Nuoro, mentre le fiamme continuavano ad avvolgere le nostre auto. Ringrazio solo di non aver parcheggiato qualche metro più indietro, proprio sotto la finestra della camera di Tania. I danni sarebbero potuti essere ancora più gravi». (k.s.)

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