La Nuova Sardegna

Province, futuro incerto per 320 precari: protesta davanti alla Regione

di Dario Budroni
Province, futuro incerto per 320 precari: protesta davanti alla Regione

Numerosi i lavoratori con il contratto già scaduto. A Cagliari colloquio tra Erriu e i sindacati, si attende la nomina dei commissari

01 aprile 2016
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SASSARI. Si sentono due volte precari. Primo perché hanno un contratto scaduto o comunque con i giorni contati. Secondo perché l’ente da cui dipendono è da tempo in via di estinzione. I lavoratori precari delle Province sono 320 in tutta l’isola. E in questo contesto di assoluta incertezza rischiano seriamente di tornare a casa. Ieri mattina sono quindi scesi in piazza in tutti i capoluoghi. A Cagliari hanno protestato davanti all’assessorato regionale agli Enti locali. L’assessore Cristiano Erriu ha poi ricevuto Nino Cois, Davide Paderi e Fulvia Murru, segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Il colloquio si è concluso con qualche spiraglio in più rispetto alla vigilia. Perché la giunta nominerà oggi i commissari straordinari delle otto Province. Per i sindacati significa avere nuovi interlocutori con cui discutere del futuro dei precari.

Una vita nell’incertezza. Sono 320, sparsi in tutta la Sardegna. E operano un po’ in tutti i settori: ambiente, scuola, servizi, urbanistica. I lavoratori con un contratto a tempo determinato sono una fetta importante del sistema degli enti provinciali. «Molti di loro vivono in una condizione di precarietà da molti anni – spiega Nino Cois della Fp Cgil –. Alcuni hanno un contratto a tempo determinato da 10 anni, altri da 15 e altri ancora da 17. Ora, invece, rischiano di perdere il posto una volta per tutte. E stiamo parlando di uomini e di donne che hanno anche 50 anni». Sono già numerosi coloro che si ritrovano con il contratto già scaduto. A Cagliari, per esempio, 82 persone non lavorano da dicembre. Altri sono tornati a casa proprio ieri.

Nuovi commissari. In attesa della definitiva scomparsa delle Province, e del passaggio ai nuovi enti come previsto dalla riforma degli enti locali, la giunta regionale nominerà un amministratore straordinario per ogni provincia. In altre parole, un commissario per gli enti storici e un sub-commissario per le province regionali (più il sindaco della città metropolitana di Cagliari). «Questa è sicuramente notizia positiva – dice Cois – perché avremo un interlocutore con cui interagire». Sulla stessa linea Davide Paderi della Cisl. «È certamente uno spiraglio – commenta –. Per noi nessun lavoratore deve stare a casa. E crediamo che con uno sforzo da parte di tutti si possa salvare il lavoro di tutte queste persone». Nei prossimi giorni è prevista una serie di incontri tra Regione, sindacati, commissari e sindaci. «Si è aperta una strada, noi vogliamo che tutto vada a buon fine» aggiunge Paderi. Fulvia Murru, della Uil Flp, ci tiene invece a suonare un’ulteriore sveglia alla politica. «Notiamo la buona volontà, ma sappiamo anche che al momento non ci sono risorse per la salvaguardia dei posti di lavoro – spiega –. Pretendiamo uno sforzo maggiore da parte della Regione, perché non possiamo permetterci altri disoccupati».

Il protocollo. Intanto mercoledì sindacati, Regione e Anci hanno firmato un protocollo d’intesa su attuazione, monitoraggio e qualificazione delle funzioni e del personale coinvolto nel nuovo processo di riordino istituzionale. Gli obiettivi sono la salvaguardia dei servizi ai cittadini e dei posti di lavoro di coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato. Al momento sono circa 1.500.

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