La Nuova Sardegna

Sindaci, appello allo Stato

di Silvia Sanna
Sindaci, appello allo Stato

Cresce l’allarme dopo gli spari a Belvì. L’Anci: subito un vertice al ministero

30 marzo 2016
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SASSARI. I numeri dell’isola sono definiti impressionanti da tempo: perché non può non suscitare stupore il fatto che la Sardegna, terra libera da fenomeni di criminalità organizzata come la mafia e la camorra, sia la regione d’Italia più segnata dagli attentati agli amministratori pubblici: prima in classifica, rapportando il numero degli episodi ai dati sulla popolazione. Con un altra percentuale da podio: quasi il 90 per cento degli atti resta impunito, i responsabili la fanno franca mentre la vita delle vittime resta spesso segnata. C’è chi abbandona la politica e chi invece va avanti. Maurizio Cadau, giovane vicesindaco di Belvì, di fronte al parabrezza della sua Golf sforacchiato da una pioggia di proiettili, non ha perso la calma. Cadau continuerà a impegnarsi per la sua comunità ma come tutte le vittime di attentati chiede di essere tutelato. Perché con la sola solidarietà non si va lontano.

Bombe e intimidazioni. Negli ultimi anni poco o nulla è cambiato. Nel mirino sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri comunali: dal 2013 più di 140 primi cittadini sono stati vittime di attentati e intimidazioni, molto più numerosi gli amministratori senza fascia tricolore “puniti” per la loro attività. L’ultimo episodio a Belvì è molto simile a quello accaduto poco più di un mese fa a Desulo. Colpi di pistola la notte di Pasqua sull’auto del vicesindaco Cadau, fucilate il 20 febbraio a Desulo contro la casa del sindaco Gigi Littarru, che dormiva con la moglie e i figli. Littarru in primavera, tempo di elezioni, aveva subito un’altra intimidazione: qualcuno sul muro all’ingresso del paese aveva tracciato una grande croce e accanto aveva scritto il suo nome. Il sindaco uscente si era ricandidato ugualmente ed era stato rieletto. E anche a febbraio ha deciso di continuare a stare al suo posto. Ma aveva fatto un appello che ha ribadito nel manifestare solidarietà al vicesindaco di Belvì: trovate subito i colpevoli.

Impuniti. È lo stesso appello-invito che arriva dall’Anci. Il presidente Pier Sandro Scano a nome dell’associazione dei Comuni rivolge “un forte incoraggiamento alle forze del'ordine a compiere ogni sforzo per individuare qualcuno dei responsabili di questi atti e per assicurarlo alla giustizia". E nell’esprimere vicinanza e solidarietà a Maurizio Cadau, l’Anci sottolinea l’importanza di rafforzare la sicurezza nei territori, sia dal punto di vista del numero delle divise sia da quello dell’intelligence.

Le promesse dello Stato. Il ministro Alfano nell’isola venne un anno fa dopo l’attentato al sindaco di Bultei Francesco Fois: una bomba aveva devastato la sua casa, lui e la moglie avevano rischiato di morire. Il ministro Alfano fece una serie di promesse, evidenziando la necessità di garantire una maggiore presenza dello Stato nell’isola, attraverso politiche economiche e sociali e rafforzando i presìdi di sicurezza.

L’Osservatorio. È nato ufficialmente un mese fa. Il battesimo a Roma, al Viminale. Si chiama “Osservatorio permanente sugli atti intimidatori contro gli amministratori locali”: ne fanno parte i rappresentanti delle forze dell’ordine e l’Anci. Dice Pier Sandro Scano: «Inizialmente ero scettico. Immaginavo una iniziativa poco concreta, un laboratorio di pura teoria. Invece mi ha colpito l’approccio del ministro Alfano. Ha detto di lasciar perdere i discorsi e i vari tavoli di dibattito, meglio passare al sodo e individuare le strategie per contrastare il fenomeno. Ascoltando innanzitutto la voce dei territori».

Le richieste. Il 10 marzo l’assemblea dell’Anci regionale si è conclusa con un invito a tutti i sindaci da parte di Pier Sandro Scano: «Ho chiesto di mettere per iscritto che cosa pensano sia necessario per i rispettivi territori, dal punto di vista sociale e della sicurezza. Presìdi delle forze dell’ordine, strategie contro lo spopolamento e per incentivare l’occupazione: alla fine faremo una sintesi e la porteremo a Roma, alla prossima riunione dell’Osservatorio». Ancora non c’è una data in calendario. Ma visto quanto accaduto a Belvì, la richiesta di convocazione urgente potrebbe arrivare dall’isola.

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