La Nuova Sardegna

Assalti ai portavalori, si cerca il covo delle armi: blitz e perquisizioni

Assalti ai portavalori, si cerca il covo delle armi: blitz e perquisizioni

Sinora ritrovati soldi, auto rubate e attrezzi per i colpi. L’ipotesi: kalashnikov, mitragliatrici e pistole custoditi da un insospettabile

28 marzo 2016
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[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.13184045:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/03/24/news/assalti-ai-portavalori-soldi-a-fiumi-a-casa-degli-indagati-e-caccia-al-bunker-delle-armi-1.13184045]]NUORO. Le armi. Introvabili. L’arsenale è nascosto in un luogo segreto, conosciuto soltanto da pochi componenti della banda delle rapine ai portavalori. Fucili d’assalto, Beretta Ar/70 e Kalashnikov, mitragliatrici, tra le quali anche le micidiali Uzi di fabbricazione istraeliana, fucili a pompa, pistole di ogni tipo, bombe a mano e chissa che cos’altro ancora. Armi utilizzate nei vari assalti ai blindati e ai caveau degli istituti di vigilanza che sembrano svanite nel nulla. Nessuno ne hai mai parlato nelle oltre 30mila pagine dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Cagliari. Nessun riferimento all’arsenale. Si sentono solo gli scarrellamenti delle pistole, la preparazione e l’innesto dei caricatori, addirittura le pallottole che cadono sul pavimento. Ma nessuno dice mai da dove provengono le armi.

I blitz. Durante i blitz della polizia sono stati trovati soldi, decine di migliaia di euro, passamontagna, visori a infrarossi, binocoli, apparecchiature per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine, decine di auto rubate, ma delle armi neppure l’ombra. Eppure nelle intercettazioni ambientali si capisce chiaramente quando i rapinatori le preparano per gli assalti. E i testimoni hanno sempre parlato di un potenziale spaventoso messo in mostra dai rapinatori nelle loro azioni. Ma finora non è stata trovata alcuna traccia, cosi come dei giubbotti antiproiettili.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.13172468:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/03/22/news/assalti-ai-portavalori-si-costituisce-uno-dei-tra-ricercati-1.13172468]]L’arsenale. Gli agenti delle squadre mobili di Nuoro e di Cagliari stanno cercando le armi e hanno eseguito decine di perquisizioni in case e ovili. Le squadriglie della questura di Nuoro stanno battendo palmo a palmo le campagne intorno a Villagrande, anche con l’ausilio dei carabinieri. Perché è da qualche parte in Ogliastra che l’arsenale dovrebbe essere nascosto, visto che dalle intercettazioni si intuisce che il vicesindaco di Villagrande, Giovanni Olianas, spesso si preparava dentro casa. Ma anche gli altri le armi le avevano negli ovili da dove partivano per fare gli assalti. Ma non è da scartare l’idea che a custodire l’arsenale possa essere un personaggio al di sopra di ogni sospetto: un’ipotesi suggestiva che sta prendendo corpo.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.13178150:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/03/23/news/rapine-ai-portavalori-la-gang-progettava-un-sequestro-di-persona-in-gallura-1.13178150]]In fuga. Intanto, nei giorni scorsi, una cinquantina di agenti delle squadre mobili di Nuoro e Cagliari e del commissariato di Orgosolo hanno fatto un blitz in un casolare alla periferia del paese dei murales. L’obiettivo era Antonello Mesina, il nipote di Grazianeddu che è riuscito a fare perdere le sue tracce prima della maxi operazione che ha portato in carcere tutti gli altri presunti componenti di una delle bande che assaltano furgoni portavalori e caveau. Mesina era sul chi vive già da parecchio tempo e l’aveva anche lasciato intuire in una delle ultime intercettazioni quando, parlandone con gli Olianas, gli Arzu, Angelo Lostia, Mario Pirari, Toreddu Sanna e Simone Balloi, aveva detto che cambiava letto ogni notte poichè si sentiva il fiato della giustizia sul collo. Una tesi condivisa anche dagli altri che avevano adottato questo accorgimento per un certo periodo, ma poi avevano spavaldamente ripreso la vita di tutti i giorni. E sono stati tutti arrestati nelle loro abitazioni. Tranne Simone Balloi di Fonni e Antonello Mesina.

L’ultimo rifugio. Nel casolare diroccato alla periferia di Orgosolo che potrebbe essere stato il covo del giovane orgolese sarebbero stati trovati un vecchio materasso impolverato con sopra coperte pulite, qualche capo di abbigliamento e roba da mangiare. Elementi che farebbero pensare al recente pernottamento di qualcuno per breve tempo e poi costretto ad andare via in tutta fretta. Una fuga così frettolosa da dimenticare alcune piccole cose che potrebbero essere molto utili durante la vita alla macchia. (plp)

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