La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Nel giorno in cui sette segretari provinciali su otto non si sono presentati alla riunione che aveva convocato, Renato Soru non si è perso d’animo e ha giocato il jolly. Con il Pd nel bel mezzo di una crisi ancora senza sbocco, ha chiesto ufficialmente al presidente Giannarita Mele di convocare l’assemblea generale del partito. È una decisione a sorpresa che, subito dopo Pasqua, potrebbe sparigliare le carte nel duro confronto fra il segretario Soru, i suoi ex alleati, il gruppo dei popolari-riformist di Cabraa e Fadda, e ora anche quella parte della minoranza (gli ex Diesse) che gli ha chiesto di fare un passo indietro. Ma Soru invece ha scelto il rilancio e la sfida in campo aperto, l’assemblea. È questo l’unico organismo del partito (non la direzione regionale) che può eventualmente sfiduciarlo, o riconfermargli il mandato fino alla scadenza naturale, nel 2018. È proprio in assemblea che potrebbe avvenire la conta finale e il segretario senza più una maggioranza alle spalle è li che ha deciso di presentarsi. Lo farà, ma con lui ancora in carica. A questo punto bisognerà vedere quale sarà la contromossa delle altre correnti. Da giorni i popolari-riformisti sarebbero impegnati a raccogliere le firme (devono essere 81, la metà più uno dell’assemblea) per la sfiducia. Gli ex Ds sarebbero d’accordo, i renziani no mentre gli ex civatiani sarebbero in pausa di riflessione. Comunque ora c’è una data per il confronto: sarà dopo Pasqua, in assemblea. Intanto degli otto segretari provinciali alla riunione di ieri si è presentato solo quello di Cagliari, Francesco Lilliu, gli altri erano tutti assenti giustificati: motivi familiari, di lavoro e politici. Un’ultima novità: i civatiani fuori dal Pd non appoggeranno il candidato-sindaco del centrosinistra a Cagliari e correranno da soli a Carbonia, Elmas, Monserrato, Sinnai e Villacidro.