La Nuova Sardegna

Correnti e divisioni, così il Movimento diventa un partito

di Alessandro Pirina
Correnti e divisioni, così il Movimento diventa un partito

Le difficoltà dei grillini tra defezioni e lotte interne Accuse tra parlamentari. E a Sassari il più votato va nel Pd

17 marzo 2016
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SASSARI. Il virus della politica contagia il Movimento e i 5 Stelle assomigliano sempre di più a un partito. Un’evoluzione non voluta, dettata forse dalla inesperienza di chi per la prima volta si trova a gestire la cosa pubblica, ma ormai anche i grillini devono fare i conti con correnti, divisioni, spaccature. Uno scenario partitocratico che anche il Movimento che si fonda sull’antipolitica sembra aver fatto proprio. Da Cagliari a Sassari i 5Stelle sono divisi in fazioni, in bande rivali. Loro li chiamano meetup, ma di fatto sono sempre più simili alle correnti della vecchia politica. La vicenda delle comunarie di Cagliari non si discosta molto da quello che nelle stesse ore sta avvenendo nel Pd o in Forza Italia, con i senatori Manuela Serra e Roberto Cotti che, senza mai nominarsi, si accusano a vicenda di aver snaturato il Movimento. A Cagliari gli iscritti al blog di Beppe Grillo hanno scelto la candidata a sindaco, Antonietta Martinez, supportata dalla Serra. Una vittoria netta, 150 voti su 207, che ora però avrà il difficile compito di ricucire con lo sfidante Emilio Floris, sostenuto invece da Cotti. La vicenda di Cagliari ha origini lontane. Una situazione che risale ai primi del 2014, quando Grillo, proprio di fronte alle forti spaccature nel Movimento cagliaritano, decise di non presentare la lista alle regionali. Un 30 per cento di voti in libera uscita che favorì la vittoria del centrosinistra di Francesco Pigliaru.

Ma Cagliari non è l’unica grana dei grillini sardi. Il Movimento è in difficoltà soprattutto nelle città in cui governa. A Porto Torres il sindaco Sean Wheeler, che la scorsa primavera aveva annientato la vecchia classe dirigente targata Pd, è alle prese con una economia che non riesce a risollevarsi. E con una serie di promesse difficili da mantenere. Un percorso a ostacoli a cui negli ultimi giorni si è aggiunta anche la bomba Conticelli, la capogruppo, esponente di spicco del Movimento, che ha rassegnato le dimissioni con un duro atto d’accusa verso il sindaco e gli ormai ex compagni di viaggio. Una vicenda che si è conclusa con l’espulsione dai 5Stelle.

Uno scenario già visto ad Assemini, la prima città della Sardegna a passare sotto le insegne grilline. Era il 2013, quando Mario Puddu conquistò il comune alle porte di Cagliari. Una valanga a 5 stelle stracciò la coalizione di centrosinistra. Un’altra epoca. Ad Assemini i 5Stelle sono finiti in tribunale. Tre consigliere, tra cui anche la capogruppo, infatti, hanno denunciato alla procura il sindaco per conflitto di interessi. Inevitabile, anche in questo caso, l’espulsione dal Movimento. Un’azione, quella di Grillo, che ha spinto a lasciare i 5Stelle Ornella Piredda, la superteste dell’inchiesta sui fondi ai consiglieri regionali, schierata dalla parte delle tre esponenti anti-Puddu. A Sassari, invece, per i 5Stelle non c’è stata partita, nel 2014 il centrosinistra ha sbaragliato la concorrenza, ma nel frattempo il più votato dei grillini, Giuseppe Mascia, ha lasciato il Movimento e ha poi aderito al Pd. Lo stesso percorso fatto dalla deputata cagliaritana Paola Pinna, che, espulsa da Grillo con l’accusa di non aver versato le quote dell’indennità, è stata per un periodo nella Scelta civica orfana di Monti, per poi sposare il Pd di Renzi.

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