La Nuova Sardegna

Vigili del fuoco precari a vita

di Silvia Sanna
Vigili del fuoco precari a vita

Protestano gli 800 “discontinui”: rischiano di non avere mai un vero contratto

13 marzo 2016
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SASSARI. Alcuni di loro hanno costruito la propria vita sull'incertezza. Cinquanta anni e più, moglie e figli e il sogno mai realizzato di un contratto a tempo indeterminato. I vigili del fuoco discontinui, quelli che non fanno parte dell'organico effettivo, vanno avanti aspettando una chiamata: quattro-cinque mesi di lavoro all'anno, quasi sempre in estate quando gli incendi richiedono più forze in campo, e poi sinuoso in stand-by in attesa della chiamata successiva. In Sardegna sono circa un migliaio (800 quelli iscritti alle liste), piu o meno il doppio dei vigili effettivi, a livello nazionale superano i 27mila. Fanno una vita simile a quella di moltissimi precari, ma solo in apparenza. Perché secondo la legge i vigili discontinui non sono precari ma "lavoratori volontari". E questa qualifica segna una distinzione netta e ha una immediata conseguenza: significa che nei loro confronti non c'è alcun obbligo di stabilizzazione e che possono essere assunti di volta in volta con contratti a tempo determinato, il cui numero può essere potenzialmente illimitato. A dirlo e' la legge 183/2011 che modificando la normativa precedente ha stabilito che quello dei vigili dei fuoco discontinui non e' uno status di precari ma un "rapporto di servizio". Una situazione inaccettabile secondo l'associazione Italia dei precari, che ha deciso di provare a ottenere giustizia. Per questo il presidente Giuseppe Lecca si è rivolto a uno studio legale che, dopo avere esaminato la normativa nazionale e comunitaria ha presentato un esposto- denuncia alla Commissione europea. Spiega l'avvocato sassarese Massimo Canu, che segue la vicenda insieme al fratello Vincenzo: "il comportamento dello Stato italiano e' palesemente illegale per due aspetti. Per prima cosa perché contrario alla direttiva europea sul lavoro a tempo determinato che mira ad evitare l'abusivo ricorso al contratto a termine: si tratta della direttiva violata dall'Italia con i precari della scuola. E poi - aggiunge l'avvocato Canu - i vigili discontinui sono discriminati rispetto ad altre categorie di precari perché non rientrano nella legislazione che li tutela e che prevede la stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio". In Sardegna c'è anche un altro aspetto da considerare, evidenziato nel ricorso: "la condizione di insularita - dice Giuseppe Lecca - aggrava la nostra situazione. Perché qui, tra incendi e calamità naturali, e' sistematico il ricorso massiccio ai discontinui. Il corpo dei vigili del fuoco combatte con croniche carenze di organico e il personale effettivo, a differenza di quanto accade da altre parti, non può essere rimpolpato, in caso di emergenza, da colleghi provenienti da altre regioni perché a dividerci c'è il mare".

Il ricorso alla commissione europea e' stato presentato a novembre, nei giorni scorsi e' arrivato l'ok: la denuncia e' stata protocollata e ora è inserita nel calendario dei lavori. Una sentenza favorevole farebbe scuola, e dalla Sardegna provocherebbe una mini rivoluzione in tutta Italia.

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