La Nuova Sardegna

Lavori in corso da vent’anni per il mattatoio di Truncu Reale

di Luigi Soriga
Lavori in corso da vent’anni per il mattatoio di Truncu Reale

Investiti 8 milioni di euro dal 1997 a oggi per completare un’opera che rischia di rivelarsi inutile Il sindaco di Sassari Anna Sanna nel 2000 poggiò la prima pietra. Doveva rilanciare il comparto

13 marzo 2016
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SASSARI. Doveva essere la cattedrale della morte, e invece da vent'anni brulica di vita. In questa reggia da 6 milioni di euro i piccioni hanno tutti i loro confort. Sono centinaia e nessuno li disturba. Perciò se qualcuno prova a ficcare il naso dentro una porta socchiusa o tenta di aprire una maniglia, gli inquilini protestano con frenetici battiti d'ali e tubano contrariati.

L’incompiuta. Il mattatoio consortile di Truncu Reale, ovvero la più clamorosa incompiuta del Sassarese, ormai è solo roba loro. I soldi pubblici, è proprio il caso di dirlo, più volatili mai stanziati a Sassari. Doveva diventare una catena di montaggio della morte che viaggia alla velocità di 250 pecore, 50 maiali e 15 bovini all'ora. L'avevano concepita così, addirittura nel 1997, quando il sindaco era Anna Sanna. E la prima pietra era stata posata nel 2000. Doveva essere il punto di riferimento degli allevatori della Nurra e dell'hinterland sassarese, il volano di rilancio della zootecnia. Le parole d'ordine di sorridenti assessori erano efficienza, velocità, riduzione dei costi. Sono passati vent'anni, quei buoni propositi sono avvizziti e anche i sorrisi dei politici sono meno rigogliosi. Perché la parola d'ordine che suscita questo edificio degradato è spreco.

Altri 2 milioni. Tuttavia l'amministrazione comunale, non si vuole rassegnare alla sentenza di "clamorosa incompiuta". Per cercare di mettere in moto questa fuoriserie che nel frattempo è diventata un ingranaggio d'epoca, sono già pronti altri due milioni di euro. È così si arriverà a 8, sempre che poi siano sufficienti.

Gli interventi. Gli impianti elettrici sono totalmente da rifare, anche perché di fili e rame è rimasto ben poco. In tanti lustri di abbandono, a parte i colombi e qualche stormo di consiglieri comunali, a far visita al mattatoio sono stati anche i ladri e i vandali. E si sono portati via mezzo impianto elettrico e anche una porzione di linea di macellazione. Dopodiché il Comune, ai tempi del sindaco Ganau, ormai rassegnato sui tempi di realizzazione del progetto, ha preferito tombare l'edificio con dei blocchetti e col cemento. In pratica ora tutti gli ingressi principali del mattatoio sono murati: i piccioni ringraziano per l'eliminazione degli spifferi e per la garza di privacy più spessa.

Il nuovo appalto. Il finanziamento da due milioni di euro adesso è nelle mani della ditta Cogemat srl di Catania che già nel 2012 aveva lavorato a un lotto di Truncu Reale. Nel maggio del 2015 si è aggiudicata l'appalto per il completamento definitivo del mattatoio e ha presentato il progetto esecutivo. Ancora una volta il Comune spandeva ottimismo, con i cantieri pronti ad aprire nell'arco di qualche mese. Invece da quella data è trascorso quasi un anno. In questo eterno rallenty si muovono il consorzio industriale, il comune di Porto Torres, ma soprattutto le varie giunte che si sono succedute alla guida Sassari, perché questa e l'amministrazione che si è sempre proposta come capofila nella gestione del progetto.

Le difficoltà. Ora questa difficile eredità se la ritrova sul groppone l’assessore ai Lavori pubblici Ottavio Sanna, che dovrà ripartire non proprio dal via, ma molte caselle indietro.

«Abbiamo l'ok dei vigili del fuoco per l'antincendio - spiega Sanna - mancano ancora le autorizzazioni igienico sanitarie da parte dell'Asl e una sorta di censimento dei capi e delle aziende per rivedere tutta la catena di macellazione». Truncu Reale ormai è un impianto fortemente datato, e quelle performance pensate 20 anni non sono più aderenti alla attuale realtà produttiva. Anche Lingua blu ha ridimensionato pesantemente il comparto ovino, e gli allevamenti non sono fatti «Perché possa funzionare ed essere redditizio bisogna ridurre il personale e anche il numero dei capi da macellare - prosegue l'assessore - oltretutto in questo lasso di tempo, in mancanza di un punto di riferimento forte, sono nati diversi piccoli mattatoi privati, alcuni probabilmente privi delle adeguate certificazioni. Dobbiamo capire quale potrebbe essere il concreto bacino di utenza».

Quindi un altro passaggio da fare sarà un confronto tra tutte le associazioni di categoria e gli operatori del settore, per verificare l'interesse da parte del territorio e ipotizzare anche una gestione della struttura. Sono passaggi che porteranno via altro tempo.

Ma non basta: c'è ancora da risolvere il problema dello smaltimento del sangue e degli scarti di lavorazione. Bisogna adeguare la rete fognaria e rendere funzionale il depuratore. Quindi è necessario trovare una soluzione con il consorzio industriale.

In ogni modo la fonte principale delle lungaggini resta e resterà il collaudo definitivo del mattatoio, uno scoglio che il cantiere in questi decenni non ha mai superato.

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