La Nuova Sardegna

Agroalimentare, l’olio della Tunisia spaventa il mercato sardo

di Dario Budroni
Agroalimentare, l’olio della Tunisia spaventa il mercato sardo

L’Ue ha dato il via libera all’importazione di 35mila tonnellate senza dazi. Soru: nessuna invasione. Produttori contro

13 marzo 2016
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SASSARI. L’import della solidarietà piace e non piace. E così la polemica ci mette un nanosecondo a scoppiare anche in Sardegna. Il motivo gira tutto attorno al via libera dell’Eurocamera all’ingresso senza dazi di 35mila tonnellate di olio di oliva tunisino in Unione europea. Una misura d’urgenza pensata per tendere la mano alla vicina Tunisia, in forte crisi dopo i sanguinosi attacchi terroristici dello scorso anno. Ma non tutti sono d’accordo con l’ok dato dal parlamento europeo. C’è chi teme una pericolosa inondazione di olio nordafricano.

Soru con la Tunisia. L’eurodeputato del Pd difende la scelta, rassicura i produttori e combatte l’allarmismo. «Non ci sarà nessuna invasione del mercato europeo – spiega Soru –. Si ratta di una misura limitata, temporanea, applicabile per un periodo massimo di due anni e che prevede un monitoraggio e dei correttivi posti a tutela dei nostri produttori». Poi una frecciatina ai detrattori. «Chi ripete lo slogan “aiutiamoli a casa loro” è ora sul banco di prova – continua l’europarlamentare sardo –. Dobbiamo sostenere oggi la Tunisia, unico paese in cui la Primavera araba ha saputo produrre un’esperienza di democrazia, se non vogliamo che domani nuove masse di disperati si riversino in mare in cerca di un futuro migliore». Secondo Soru la misura non produrrà alcun terremoto: «Non avrà un impatto significativo, né sul mercato né sui produttori. Le importazioni nette subiranno un rialzo modesto che verrà assorbito senza conseguenze».

Coldiretti contro. Dall’altra parte della barricata la Coldiretti, che si dice pronta alla mobilitazione. «Se l’accordo dovesse essere ratificato – dice il presidente regionale Battista Cualbu –, le conseguenze potrebbero essere disastrose». La Coldiretti ricorda che nel solo 2015 le importazioni di olio tunisino in Italia sono aumentate del 481 per cento. Tra le regioni più colpite ci sarebbe la Sardegna, visto che nell’isola vengono prodotti tra i 55mila e i 60mila quintali di olio extravergine. Nel nord e in particolare nel sassarese l’olivicoltura è una delle eccellenze nella produzione. «Gli oli importati vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri» denuncia Ermanno Mazzetti, direttore Coldiretti di Sassari e Gallura.

Cicu e Cappellacci. Contro la misura anche l’europarlamentare di Forza Italia Salvatore Cicu: «Va contro le nostre imprese e crea gravi danni per i consumatori. Il mio no è fermo. Sostenere la democrazia in Tunisia non significa dover compromettere i flussi commerciali dell’olio prodotto in Italia. Si tratta di una invasione con evidenti crolli del prezzo e flessione al ribasso di un settore già in crisi». Contrario anche il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci: «È un colpo basso al made in Italy. Le ulteriori 35mila tonnellate a dazio zero, che si aggiungono alle 57mila già previste, sono un attentato ai produttori italiani, con il rischio che aumentino le frodi con il mescolamento di oli di importazione con quelli nazionali».

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