La Nuova Sardegna

La Regione ai sindaci: subito le telecamere

Stanziati i fondi per la videosorveglianza in 100 Comuni. Via libera ai cantieri per la banda ultralarga

12 marzo 2016
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CAGLIARI. Lo spopolamento da sempre è peggio dell’uomo nero: terrorizza e fa scappare i giovani. Va fermato, imprigionato e sconfitto, è stato l’appello lanciato giovedì dai sindaci e dopo solo un giorno dalla Regione ecco arrivare due risposte. La prima: il via libera fra poche settimane dei cantieri per posare la banda ultralarga, o connessione super veloce a internet, in 313 Comuni, compresi quelli più piccoli, che tra l’altro in Sardegna sono la maggioranza. La seconda: il finanziamento immediato per un progetto capillare di videosorveglianza, o controllo del territorio. Sarà realizzato in un centinaio di Comuni, a cominciare da quelli dove purtroppo il partito delle bombe continua a fare la voce grossa.

La strategia. Possono sembrare due investimenti slegati, ma non lo sono: servizi e sicurezza, qualità della vita e democrazia vanno miscelati per forza, Solo così il nemico spopolamento potrà essere abbattuto fino a restituire un futuro ai troppi paesi a rischio estinzione. I finanziamenti ci sono: 56 milioni per l’ultralarga e altri 7 saranno investiti nei «sistemi passivi di sicurezza», le telecamere. Nulla è stato lasciato al caso, anche i tempi sono precisi: entro il 2017 un altro mezzo milione di sardi delle zone interne potrà collegarsi senza “strappi” al mondo globale. Va detto: se non fosse intervenuta la Regione, nessuno avrebbe speso un euro in quei Comuni. Poi entro l’anno, ma in alcuni casi fra pochi mesi, anche la sicurezza sarà garantita dove oggi non c’è. È quello che chiede da sempre, ad esempio, il sindaco di Desulo, Gigi Littarru, ultimo bersaglio degli attentati agli amministratori locali.

Le certezze. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’ha detto tutto d’un fiato: «Contro lo spopolamento servono in fretta azioni concrete e queste lo sono». L’obiettivo è chiaro: «Dobbiamo rendere i nostri Comuni di nuovo appetibili. Riempirli di servizi indispensabili per chi, penso ai giovani, proprio lì vuole avviare un’impresa agroalimentare o turistica. Se non spezziamo l’isolamento, sarà impossibile riuscirci». Per l’assessore Elisabetta Falchi (agricoltura): «Le aeree rurali devono essere di nuovo una risorsa». Proprio dal digitale, nelle sue diverse declinazioni, ha aggiunto l’assessore Gian Mario Demuro (affari generali), «ripartiamo per arrivare a uno sviluppo sostenibile e diffuso». Allo stesso tempo è evidente che questi progetti da soli non basteranno: «Certo – ha detto il governatore – ma freneranno l’emorragia sociale ed economica». Il resto dovrà farlo lo Stato, oggi accusato invece di «precipitosi abbandoni».

I numeri. A gestire l’appalto per l’ultralarga sarà Infratel, società del ministero per lo Sviluppo economico, che ha fatto sapere: «La Sardegna sarà all’avanguardia». I lotti saranno tre, le gare sono state aggiudicate e valgono tra l’altro 3mila posti di lavoro. Poi con altre risorse, i 300 milioni dell’Agenda digitale, dovunque saranno garantite connessioni veloci ed entro il 2020 diventeranno ancora più sprint per l’85 per cento dei sardi. C’è un’altra curiosità: le reti rimarranno di proprietà della Regione e le compagnie private dovranno pagare per far “viaggiare” i dati. Gli appalti per la sorveglianza saranno gestiti invece dai Comuni che hanno partecipato al bando «Le reti per la sicurezza». Perché senza la certezza della legalità, nessuna risalita è possibile. (ua)

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