La Nuova Sardegna

Rifiuti, terzo inceneritore nell’isola: il ministero lo vuole, la Regione studia

Silvia Sanna
Rifiuti, terzo inceneritore nell’isola: il ministero lo vuole, la Regione studia

La decisione finale arriverà entro settembre 2016 col piano regionale su trattamento e smaltimento. C'è un solo modo per evitare il nuovo impianto: potenziare la differenziata. Continua il pressing del ministero all'Ambiente per evitare nuove sanzioni da parte dell’Europa, l'Italia è già finita nella lista nera per gli smaltimenti non autorizzati

06 marzo 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI Il verdetto arriverà all’inizio dell’autunno, quando sarà ultimato e pubblicato il piano regionale dei rifiuti: il corposo faldone è in preparazione ormai da qualche mese ma solo a febbraio è stata stabilito il tempo massimo a disposizione. Entro settembre il ministero vuole sapere quali sono gli scenari immaginati in Sardegna, chiamata come tutte le altre regioni ad essere autosufficiente in materia di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Per questo sarà il piano regionale a stabilire se nell’isola, oltre a quelli di Tossilo (Macomer) e Macchiareddu (Assemini) c’è bisogno di costruire un terzo inceneritore. Secondo il ministero dell’Ambiente la Sardegna è candidata a ospitare uno degli 8 impianti previsti a livello nazionale. La certezza è che per evitarlo bisogna cambiare passo, perché la percentuale di raccolta differenziata è ancora insufficiente.

La legge. Il decreto sugli impianti di termovalorizzazione, di cui si parla all’articolo 35, è stato convertito nella legge Sblocca Italia. Il documento esamina gli ultimi dati a disposizione sulla raccolta differenziata e sulla dislocazione degli impianti nel territorio nazionale. La Sardegna, con la differenziata al 53 per cento, è una delle regioni in cui il termovalorizzatore potrebbe essere necessario. Alcuni mesi fa si era parlato anche di una possibile collocazione nel Nord dell’isola, forse a Porto Torres, nell’area che ospitava il grande polo industriale. La Regione aveva subito invitato a non arrivare a conclusioni affrettate: se e quando l’impianto sarà realizzato, sarà la Sardegna a deciderlo. Una affermazione fortificata dall’accoglimento, in sede di conferenza Stato-Regioni, dell’emendamento proposto dalle Regioni e sostenuto dall’assessore all’Ambiente Donatella Spano: «Sugli inceneritori l’ultima parola spetta agli enti locali».

Impianti strategici. Le ultime dichiarazioni del ministro Gian Luca Galletti, in risposta a un’interrogazione al question time alla Camera, hanno ribadito quanto l’argomento sia importante e quale sia la pressione da parte dell’Europa. Il ministro ha definito gli impianti di incenerimento “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, perché garantiscono la sicurezza nell’autosufficienza del ciclo di gestione integrato dei rifiuti”. L’Europa non fa sconti: l’Italia è già finita nella lista nera a causa dello smaltimento non autorizzato (l’ultima sanzione è di 42,8 milioni di euro), le discariche sono in via d’esaurimento e non è possibile costruirne di nuove, in Sardegna come nel resto d’Italia. È evidente che in questo scenario la termovalorizzazione rappresenta l’unica possibilità di trattare la parte di rifiuti che non viene differenziata.

La Regione. L’assessore Spano sparge tranquillità. «Non c’è stata alcuna accelerazione nel percorso stabilito. È molto importante avere ottenuto la garanzia che saranno le Regioni a decidere. È chiaro – spiega la responsabile dell’Ambiente – che nel Piano dovranno essere delineati scenari che garantiscano l’autosufficienza, perché è questo che il ministero ci chiede». Ma per ora è impossibile capire se nel Piano regionale dei rifiuti si parlerà della costruzione di un terzo impianto: «È ancora presto per dirlo, le analisi sono in corso e si tratta di studi molto dettagliati». L’assessore ribadisce il concetto dell’economia circolare, in base al quale il rifiuto non si perde ma si rigenera: filosofia in contrasto con l’incenerimento. Ma è evidente che per scongiurare la costruzione di un terzo impianto la differenziata dovrà crescere. Perché né il Ministero e tantomeno l’Europa faranno sconti.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative