La Nuova Sardegna

«Riciclaggio? Io ho la coscienza pulita»

«Riciclaggio? Io ho la coscienza pulita»

L’ex sindaco di Buddusò Giovanni Satta: non c’entro con le banconote “smacchiate”, le ho solo viste

01 marzo 2016
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Giovanni Satta non si da pace. Ancora una volta sotto i riflettori della cronaca giudiziaria, e ancora una volta in un momento per lui cruciale, cioè mentre si decide sul ricorso che avrebbe potuto spalancare le porte al suo ingresso in consiglio regionale nei banchi dell’Uds. Amareggiato, l’ex sindaco di Buddusò parla a ruota libera del processo per riciclaggio che lo vede imputato davanti al tribunale di Nuoro.

«Innanzitutto – dice Satta – sapevo dell'esistenza di questa indagine da diversi mesi,anche se i fatti risalirebbero a oltre tre anni fa, e certamente mi aspettavo un esito molto diverso. Ho, infatti, come sempre, la coscienza pulita e non mi sono mai macchiato del reato in questione. Delle persone coinvolte insieme a me, quattro non le ho neppure mai conosciute, mentre il mio compaesano Antonello Bellu mi ha semplicemente fatto incontrare Martino Doneddu per aiutarlo in un caso di mobbing subito all'ente foreste». «Allora, infatti – racconta Giovanni Satta – essendo stato consulente dell’assessore regionale all’Ambiente e poiché conoscevo bene i dirigenti dell'ente, mi ero adoperato per far incontrare Doneddu con i vertici nuoresi e cagliaritani. È anche vero che lo stesso giorno Doneddu mi mostrò casualmente due pezzi di carta che potevano essere o no delle banconote. Sì proprio casualmente, perché io quel giorno ero lì per procurargli un appuntamento con i dirigenti dell’ente foreste e tentare di risolvere anche il suo caso di mobbing». «Sempre quel giorno ero a Nuoro anche per ritirare con Salvatore Corrias il suo attestato di operatore socio sanitario, conseguito in una scuola di formazione – continua come un fiume in piena il racconto di Satta – portai quell’attestato in una struttura sanitaria privata dove sono riuscito a farlo assumere e dove ancora oggi lavora. Non conosco nemmeno di vista gli altri indagati e non ho mai conosciuto alcun calabrese che svolgesse attività illecite».

«Non credo – dice ancora Giovanni Satta – che aver visto due carte o due banconote delle quali non sapevo né la provenienza né la consistenza, sia un reato. Non credo proprio, dal momento che quelle banconote ho viste solo due secondi, senza neppure toccarle, come evidenziato dalla stessa intercettazione ambientale. Non solo, leggendo gli atti si evince che nessuno ha commesso il reato in questione. Nonostante tutto ho fiducia nella giustizia e da questa vicenda uscirò bene perché ho la coscienza pulita. Soltanto mi dispiace che questa storia sia esplosa proprio in questo momento particolare della mia vita». «Qualche anno fa – conclude l’ex sindaco di Buddusò – ebbi una disavventura simile con tanto di prime pagine nei giornali. Una brutta storia anche quella, che si concluse con l'archiviazione. Vista la mia consapevolezza di non aver commesso reati ho la certezza che anche questa volta andrà a finire così».(m.b.)

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