La Nuova Sardegna

Segreteria Pd, Soru: resto in carica. Spissu: no, tutti decaduti

Segreteria Pd, Soru: resto in carica. Spissu: no, tutti decaduti

Ma è scontro anche sulle alleanze per le amministrative. Dai Comuni si chiedono mani libere per le alleanze

29 febbraio 2016
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CAGLIARI. Tra color che son sospesi. Il limbo è la condizione esistenziale del Pd. I democratici si avvicinano alla direzione di sabato con uno spirito di sempre maggiore incertezza. Qualcosa di simile a una resa dei conti. Il Pd sembra essere ostaggio di una lotta sempre più muscolare tra le sue correnti. Un clima al veleno in cui ogni parola è una miccia accesa dentro la polveriera.

Sospeso. Guerra fredda tra il segretario Renato Soru e gli ex alleati Fadda e Cabras. «Vorrei precisare che non mi sono autosospeso – dice Soru – e neanche lo sono i componenti della segreteria ancora in carica. In queste settimane ci siamo incontrati più volte per discutere del partito anche alla ricerca di una soluzione». Parole che portano a una replica immediata di Giacomo Spissu, uno dei leader dell’area Fadda-Cabras. «Il segretario, dopo aver annunciato, concludendo i lavori della direzione del 13 febbraio davanti a un centinaio di persone e agli organi di informazione di essersi autosospeso, sabato ha dichiarato alla stampa che abbiamo tutti capito male. Non è autosospeso. Prendiamo atto senza commenti del cambiamento. Quanto alla segreteria che, sempre nella stessa dichiarazione, non sarebbe autosospesa ma si dedicherebbe intensamente alle attività del partito, faccio sommessamente notare che essa è semplicemente decaduta a causa del venir meno del numero minimo di componenti previsto dal nostro statuto. Il Pd e il segretario, che ha ritirato la sua volontaria autosospensione, non hanno alcuna segreteria. Deve esserne proposta una nuova al voto della prossima direzione».

Accordi e disaccordi. La spaccatura all’interno del partito diventa sempre più evidente. Soru ha fatto capire di non amare troppo le alchimie che nelle comunali mettono sotto lo stesso cielo partiti lontani tra loro. Anche se a Roma da tempo il governo vive con maggioranze variabili, nell’isola il segretario mette in evidenza come in politica la coerenza sia un pregio e spesso le alleanze con partiti lontani dall’area Dem possano non essere accolti con favore dagli elettori. Soru con molta probabilità si rivolgeva al segretario cittadino del Pd di Cagliari che ha aperto a una alleanza con Udc, Uds e Psd’Az. Il segretario al tavolo con gli alleati di Upc, Socialisti, Cd, Rossomori, Sel e Pds ha escluso qualsiasi possibilità di dialogo con gli ex sostenitori del centrodestra, ma ha lasciato una porta apertoa all’Psd’Az.

La contestazione. Ma la posizione è stata subito criticata da una parte del partito. Il deputato Pd Gian Piero Scanu, che con calma tesse le alleanze per le comunali a Olbia e ha aperto all’Udc e ad alcune liste civiche con il cuore che batte a destra, non gradisce l’indicazione. Nessuno scontro ruvido, ma un ragionamento in cui si chiede autonomia, in particolare in competizioni particolari come le comunali in cui i confini tra destra e sinistra sono liquidi. «La politica deve essere per definizione più avanti rispetto agli steccati – dice Scanu – , non ci si deve fermare a difendere tabernacoli improbabili di purismo che nascondono solo i veri conservatori. Si devono spalancare le porte e demolire i muri dei cortili». Scanu in questi mesi ha lavorato per riunire il Pd a Olbia, spaccato a metà. Ma le critiche arrivano anche dal senatore Silvio Lai. «Il Pd deve puntare a creare alleanze ampie e popolari, costruite sulle scelte di sindaci che abbiano ben governato e da riconfermare come a Cagliari e Carbonia, o da scegliere con le primarie come a Olbia. Questa è la strada da seguire in quei territori dove il centro destra è storicamente più forte, come Cagliari e Olbia. Per questo è bene che sulle scelte delle alleanze locali restino, come dice la legge, in capo ai candidati sindaco scelti dalle primarie o confermati per il secondo mandato». (l.roj)

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