La Nuova Sardegna

Tempio promuove piazza Faber e boccia il parroco che la contesta

di Angelo Mavuli
Tempio promuove piazza Faber e boccia il parroco che la contesta

L’attacco di don Serreri non trova seguaci neanche in curia. Il vescovo: stima per Renzo Piano. Dori Ghezzi: no comment

24 febbraio 2016
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TEMPIO. Piazza Faber trova solo consensi. La voce di don Sandro Serreri, il parroco di Aglientu che si è scagliato contro il progetto di Renzo Piano realizzato per ricordare la figura di Fabrizio De Andrè, resta isolata. Non sono piaciuti a nessuno quei riferimenti alla città violentata o a «quel certo Faber a cui si vorrebbe dare il nome della piazza». Sintetizzando al massimo i pareri, l’intervento di don Serreri, per quanto legittimo, non è piaciuto, per i toni usati, per le argomentazioni utilizzate, per le offese ad altri centri della Gallura.

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Dori Ghezzi. Un attacco che Dori Ghezzi, moglie del cantautore genovese con cui decise di vivere a Tempio, non vuole commentare «per evitare di alimentare inutili polemiche».

Il vescovo. Sceglie il no comment anche monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio Ampurias. «La Chiesa deve lasciare a chi di competenza e a chi ha i compiti istituzionali intervenire sull’argomento. Detto questo – aggiunge il prelato - mi fa piacere esprimere la stima per l’architetto Renzo Piano. Uomo insigne che onora il nostro paese».

Il parroco. Sulla vicenda, invece, dice la sua don Antonio Tamponi, vicario vescovile e parroco della cattedrale. «Don Serreri è un confratello, libero di esprimere una sua opinione anche su questioni artistiche. Ma credo che se Tempio ha pensato di osare sia sulla sua storia che sulla sua arte abbia fatto bene. L’opera, con la sua macchia di colore, contribuirà ad abbellire e a far conoscere la città. Altre opere insigni, come il Baldacchino del Bernini o il Biancaccio di piazza Signoria a Firenze non piacquero ai contemporanei. Ricordo poi la raccomandazione di Paolo VI che invitò la Chiesa ad ascoltare gli artisti moderni. Mi dispiace solo – aggiunge – che tutto a Tempio finisca in polemica e sia motivo di scontro. Così facendo continueremo a perdere tantissime chance molto più importanti come l’ospedale che invece Iglesias e Ozieri stanno riuscendo a salvare».

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Il sindaco. Sulla polemica ritorna anche il sindaco Andrea Biancareddu. «Don Sandro Serreri ipotizza una mancanza di autorizzazioni? Si rassegni, gli invieremo gli incartamenti».

Proteste sul web. Le parole del sacerdote non sono piaciute neanche a Santa Teresa, Palau, Golfo Aranci e San Teodoro, centri indicati da don Serreri come possibili sedi per installarvi «la brutta opera». «Protestiamo non per la piazza che invidiamo molto a Tempio e vorremmo da noi ma per essere stati indicati come deposito di eventuali cose brutte. Don Serreri dimostra poco rispetto per i nostri centri».

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L’architetto. Promuove l’opera, ma chiede all’amministrazione comunale la sistemazione della piazza, infine, l’architetto Luigi Stazza. «Con la nuova opera le dissonanze urbane che prima passavano inosservate si notano tutte. Mi riferisco agli immobili fatiscenti e in stato di abbandono, alle insegne pubblicitarie, alle antenne, alle parabole, ai cartelli stradali invadenti, agli impianti di climatizzazione appesi alle antiche case. Elementi disseminati in modo casuale che conferiscono al paesaggio urbano un aspetto caotico e sgradevole. Le fioriere spoglie, le affissioni murali selvagge, i tubi che fuoriescono in ogni angolo delle abitazioni definiscono un dipinto non finito di città».

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