La Nuova Sardegna

L’assessore Arru: «Maggiori controlli su spese e strutture»

di Silvia Sanna
L’assessore Arru: «Maggiori controlli su spese e strutture»

La Regione annuncia una politica diversa sull’assistenza Ogni anno versa oltre 200 milioni di euro di finanziamenti

24 febbraio 2016
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SASSARI. Il cambio di passo è doveroso e la terribile vicenda dei maltrattamenti nel centro Aias di Decimomannu invita a tenere la guardia molto più alta. Difficilmente un controllo disposto dalla Regione attraverso le Asl avrebbe squarciato il velo sulle violenze, sugli abusi e sulle offese subite da alcuni pazienti della struttura. Ma probabilmente avrebbe indotto qualcuno a indagare più a fondo sul tipo di assistenza offerta e sostenuta da iniezioni generose di fondi pubblici. L’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru prende le distanze «dai fatti gravissimi di Decimo» e annuncia una politica diversa nei confronti del pianeta assistenza. Sul quale, ogni anno, la Regione riversa circa 200 milioni di euro di finanziamenti.

Più controlli. La richiesta è in crescita. La popolazione invecchia, il numero di persone che hanno bisogno di assistenza, perché non autosufficienti o perché affette da patologie, aumenta in maniera direttamente proporzionale all’età che avanza. L’effetto è questo: si moltiplicano le strutture e le richieste di accreditamento alla Regione. Dice l’assessore Arru: «L’Aias, così come tante altre, è una associazione accreditata che garantisce un servizio alla collettività. Non ho conoscenze dirette sulle strutture, ho sentito pareri discordanti sul livello di assistenza offerta. Di sicuro, se l’accreditamento è stato concesso, i centri rispondono ai requisiti stabiliti dalla legge 3 dell’agosto 2010. Presentano cioè specifiche caratteristiche che li rendono idonei ad accogliere e assistere pazienti con difficoltà di vario tipo». Ma, dopo il via libera che autorizza l’erogazione dei contributi, «è necessario fare verifiche, controlli per valutare il livello dell’assistenza e accertarsi che le somme stanziate siano utilizzate per offrire un servizio di qualità e rispettoso verso le persone».

Basta sprechi. Sinora i controlli sulle strutture che operano in regime di convenzione sono stati quasi inesistenti. Arru fa il mea culpa. «Sino a questo momento l’atteggiamento è stato di reazione, con ispezioni e verifiche solo in caso di segnalazioni». Sono le Asl a intervenire su richiesta della Regione. «Anche sul centro Aias di Decimomannu avevamo ricevuto una segnalazione. La Asl si è mossa, in aprile è andata nella struttura con una sua équipe. Non era risultato nulla di particolare». Significa questo: dal punto di vista della concessione degli accreditamenti, la situazione era stata giudicata regolare, nel senso che i requisiti tecnici richiesti venivano rispettati. Ora, però, annuncia l’assessore, l’approccio cambierà: «È mia intenzione implementare i controlli andando oltre l’aspetto “tecnico”. Vogliamo essere sicuri che i pazienti ricevano le cure necessarie in un ambiente positivo. E contemporaneamente avere la certezza che i finanziamenti abbiano un corretto utilizzo».

Il business e i privati. Posti letto e strutture sembrano non bastare mai. «Dai Comuni arrivano continuamente richieste per aprire Rsa, residenze sanitarie assistite – spiega Arru –. Le famiglie, da sole, non riescono a fare fronte all’impegno di assistere una persona non più autosufficiente o affetta da patologie. E sono tanti gli imprenditori privati che si fanno avanti presentando progetti. Alcuni cercano il business, in altri casi si tratta di associazioni no profit senza scopi di lucro. La Regione ha il ruolo dell’esaminatore e sulla base del risultato stabilisce se concedere o no gli accreditamenti con i quali coprire una parte del costo della retta per ogni singolo paziente». Impensabile, dice Arru, chiudere le porte agli investitori: «Innanzitutto perché sarebbe contro la legge – spiega l’assessore – e poi perché di fronte a 14mila ricoveri inappropriati nelle strutture ospedaliere c’è un bisogno estremo di strutture per la riabilitazione e l’assistenza».

Deficit e piani di rientro. Il sistema sanitario è alle prese con una spesa fuori controlli, la Regione ha preparato un piano di rientro per tentare di sanare le perdite. «Il deficit non riguarda il sistema dell’assistenza socio-sanitaria – precisa Arru –, cioè i fondi per le strutture». Ma questo non esclude che una politica di finanziamenti più accorta e anti sprechi non possa dare sollievo ai conti in rosso.

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