La Nuova Sardegna

Baciato dal sole, la nuova fiction diretta dal sassarese Antonello Grimaldi

Fabio Canessa
Il regista sassarese Antonello Grimaldi
Il regista sassarese Antonello Grimaldi

Su Raiuno la storia di un ragazzo che dalla Puglia va a Roma per inseguire il successo attraverso la televisione e il mondo della canzone. Protagonista è Guglielmo Scilla, superstar di YouTube

20 febbraio 2016
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Elio è un giovane pugliese che aspira a diventare famoso e per inseguire il suo sogno si trasferisce a Roma dove ha occasione di partecipare a un talent show. Nonostante le sue doti nel canto e nelle imitazioni, da intrattenitore completo alla Fiorello, non riesce però a vincere il programma perché ostacolato dal direttore della tv. Ma la simpatia e il talento del giovane Elio non passano inosservati, conquistano il pubblico. Gli viene così affidata la conduzione di un one man show che lo trasforma in una star. Ma il successo non sarà sufficiente per renderlo felice e attraverserà infatti un periodo di difficoltà. Queste le anticipazioni sulla trama di “Baciato dal sole”, la nuova serie tv diretta dal regista sassarese Antonello Grimaldi che andrà in onda su Raiuno in sei prime serate. Si comincia lunedì.

Grimaldi, come vive la vigilia della messa in onda della serie?
«Siamo ovviamente tutti un po' tesi, com'è normale in queste occasioni. Inoltre le altre fiction Rai stanno andando molto bene e abbiamo insomma anche questa responsabilità. Però siamo contenti del lavoro fatto. Non c'è niente da recriminare per ora, poi vedremo cosa succederà».

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Com’è stato coinvolto nel progetto?
«Dovevo già lavorare con la stessa produzione, la Pepito, ma allora non era stato possibile per tutta una serie di motivi. Quando hanno messo in cantiere questa serie mi hanno chiamato e l'ho fatta molto volentieri, anche perché vedrete che è una cosa abbastanza nuova».

Però il plot sembra abbastanza classico: un ragazzo di provincia, del Sud, che va a Roma in cerca di fortuna.
«Questo è vero. Però ci sono dentro tanti argomenti sullo sfondo della storia principale che racconta l'ascesa, la caduta e la risalita di un ragazzo. Tra questi lo sguardo sul mondo della televisione. Si cerca di raccontare un po’ i suoi meccanismi dall’interno: come nascono i programmi, le riunioni dove si decidono le strategie di comunicazione, il dietro le quinte degli spettacoli».

Il personaggio principale è interpretato da Guglielmo Scilla, fenomeno del web con lo pseudonimo di Willwoosh. Lo conosceva per i suoi video su YouTube?
«Sinceramente, non lo conoscevo. Colpa mia, perché non frequento il web. E devo confessare che all’inizio forse avevo un po’ di pregiudizio. Invece si è rivelata una sorpresa molto positiva. Si è presentato con molta umiltà, pronto ad ascoltare, a seguire i suggerimenti».

Pur essendo una star del web, e avendo preso parte a qualche film, sembra comunque una scommessa puntare su Scilla come protagonista di una fiction.
«In parte sicuramente lo è. Non è usuale mettere al centro della serie un giovane, non molto conosciuto dal pubblico televisivo. Intorno ha comunque attori che non sono soltanto bravissimi, ma anche volti noti per la tv. A cominciare da Giuseppe Zeno e da Barbora Bobulova».

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Che personaggi interpretano?
«Zeno è il direttore della televisione, il vero antagonista di questo ragazzo per motivi che si scopriranno nel corso nelle puntate. Barbara Bobulova invece è la presidente della rete. Tra gli altri personaggi importanti, che interagiscono molto con il protagonista, ci sono due giovani che hanno il volto delle attrici Lorena Cacciatore e Nina Torresi. Diciamo che sono le due facce dell’amore: una è la figlia del padrone, ricca e viziata, che lo porterà anche su una brutta strada, e l’altra è invece l’amica del cuore del paese di origine».

Un paese della Puglia. Cosa avete girato lì?
«Le parti riguardanti la famiglia, un po’ di scene soprattutto all’inizio con gli amici del bar e quelle legate ai suoi ritorni, per vari motivi, nel paese. Un posto bellissimo, arroccato su una montagna sopra Manfredonia».

Anche lei ha lasciato la provincia, Sassari, per andare a Roma. Ha ripensato al suo percorso mentre era al lavoro su “Baciato dal sole”?
«Beh, un po’ sì. Sopratutto nei momenti in cui sembra sia impossibile arrivare a un qualche risultato e allora te ne torni a casa per leccarti le ferite».

Ma lei cosa ne pensa dei talent? Ne ha visto qualcuno, magari per prepararsi meglio in vista della serie?
«Qualcosa l’ho guardata. Ma per le scene specifiche abbiamo chiamato un vero regista di talent. Per dare i tempi giusti dello show televisivo che sono diversi dalla fiction. La produzione è stata in questo senso fantastica, affiancando alla mia troupe un’altra che fa di mestiere quello e non badando a spese per fare la scenografia adatta, in un teatro».

Quanto è impegnativo, come regista, lavorare a una serie rispetto a un film?
«In realtà ho fatto anche di peggio, nel senso che già “Distretto di polizia” e “Le stagioni del cuore” erano molto più serate. Ero diciamo abbastanza preparato. Per me l’approccio è uguale, sia nel cinema sia nella televisione. Il tema è molto discusso oggi: cosa sia meglio, se le serie tv perché riesci a raccontare di più i personaggi, con maggiore profondità, o un film che rimane più secco e quindi arriva più diretto. È un dibattito interessante, anche fra noi registi».

E quante settimane avete girato?
«Ventuno settimane. Considerando la suddivisione in sei serate sarebbero tre settimane e mezzo per cento minuti a puntata».

Non molte. D’altronde si dice che lei abbia già sempre tutto in testa prima di girare e non perda tempo sul set.
«Questo non lo devo dire io. Però mi studio molto le scene, i personaggi, e quando arrivo sul set è vero che ho già le idee abbastanza chiare. Certo se un giorno vedo una location particolare e mi viene in mente un’altra cosa, sono anche pronto a cambiare, a seguire l’intuizione del momento. Non sono così rigido. Però in generale cerco di presentarmi sempre preparato».

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