La Nuova Sardegna

Ospedale da salvare, il sindaco di Lanusei sospende il digiuno

di Silvia Sanna
Ospedale da salvare, il sindaco di Lanusei sospende il digiuno

Davide Ferreli da sei giorni fa lo sciopero della fame Rassicurazioni dalla commissione regionale alla Sanità

19 febbraio 2016
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SASSARI. Appena finito di parlare ha avuto un malore. Sei giorni di digiuno lasciano il segno e Davide Ferreli, sindaco di Lanusei, era arrivato a Cagliari di buon mattino con il viso pallido e occhiaie profonde. Nella battaglia per difendere l’ospedale “Nostra Signora della Mercede” dal declassamento previsto nella riforma sanitaria regionale, il sindaco ogliastrino ha conquistato un punto importante. Da parte della VI commissione Sanità, presieduta dal socialista Mondo Perra, sono arrivate garanzie: c’è l’impegno a fare presente la situazione delicata di una zona della Sardegna che paga un forte isolamento, dove quello di Lanusei rappresenta l’unico presidio sanitario nel raggio di molti chilometri. La riforma punta a trasformarlo in ospedale di base, mettendolo cioè in uno dei gradini più bassi della piramide in cui svettano gli ospedali di primo e secondo livello, che coincidono con i centri d’eccellenza ai quali fa riferimento un bacino d’utenza superiore ai 600mila abitanti. Mantenere il presidio di base significa non perdere i servizi ma essere condannati a un futuro d’incertezza. Invece il sindaco Davide Ferreli, protagonista insieme al vice sindaco Salvatore Acampora del prolungato sciopero della fame, per il suo territorio chiede stabilità. Quella legata a scelte strategiche com ela sanità. «Vogliamo che il nostro ospedale resti presidio di primo livello – ha spiegato Ferreli in commissione – perché solo questa classificazione consentirà di “cementificare” i servizi nel territorio, evitando che domani possa presentarsi l’incubo di tagli e chiusure. Il declassamento comporterebbe invece una continua ed estenuante messa in discussione di servizi che per una vasta area sono fondamentali». Come il punto nascita, sul quale è praticamente certa l’intesa: sarà mantenuto, nonostante i circa 300 parti annuali siano pochi rispetto al parametro minimo di 500 stabilito dal ministero della Salute. «E poi c’è l’emodinamica, che stenta a decollare nonostante il reparto sia pronto da tempo, fondamentale per i pazienti cardiopatici». Se i servizi dovessero essere cancellati, i pazienti dovrebbero andare a Nuoro o a Cagliari: se la distanza non è insormontabile per chi vive a Lanusei, da alcuni centri dell’Ogliastra, come Perdasdefogu o Tertenia, sarebbe una corsa contro il tempo. Complicata anche da strade innevate e ghiacciate d’inverno e affollate d’auto in estate. Su questo aspetto è intervenuto Franco Sabatini, consigliere Pd e presidente della commissione Bilancio, ogliastrino di Lotzorai: «Vorrei ricordare che l'Organizzazione mondiale della Sanità ha stabilito che ogni paziente ha diritto ad essere trasferito nel punto di massima assistenza entro 20 minuti». Solidarietà anche da Emilio Usula (Rossomori): «Non acceleriamo lo spopolamento di zone già a rischio tagliando i servizi». Proprio Usula, insieme ad Augusto Cherchi (Partito dei Sardi) ha soccorso immediatamente il sindaco Ferreli quando è stato colto da malore. I due, entrambi medici, hanno fatto in modo che bevesse un thè addolcito con un cucchiaio di miele. Ferreli si è ripreso subito e ha deciso di sospendere il digiuno: «È necessario essere forti e lucidi per portare avanti la battaglia». Perché, nonostante «gli impegni assunti dalla Commissione che ringrazio, il percorso è lungo. Il territorio prosegue con la mobilitazione in attesa delle certezze che tutti attendiamo».

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