La Nuova Sardegna

Furbetti del cartellino: 7 indagati all’Ente Foreste

di Luca Fiori
Furbetti del cartellino: 7 indagati all’Ente Foreste

Bufera nella sede di via Roma: uscivano dall’ufficio per fare shopping Scoperti dopo la segnalazione del direttore, cinque già sospesi dal servizio

19 febbraio 2016
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SASSARI. Timbravano il cartellino, strizzavano l’occhio al collega della portineria e poi uscivano dall’ufficio per recarsi al bar o a fare shopping per le vie della città. Le assenze ingiustificate dal posto di lavoro erano all’ordine del giorno e duravano quasi sempre più dei quindici minuti canonici concessi per la pausa caffè. Qualcuno si riavvicinava alla propria scrivania anche dopo due ore. Ma nessuno dei sette dipendenti delle sede di Sassari dell’Ente Foreste, finiti sotto inchiesta da parte della guardia di finanza, aveva il minimo sospetto che le passeggiate non autorizzate in via Roma venissero registrate dall’occhio elettronico di due telecamere puntate proprio in direzione dell’ingresso dell’ente regionale che si occupa in tutta l’isola di rimboschimento e di campagne antincendio.

L’inchiesta del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle era scattata a novembre del 2014 dopo la segnalazione alla Procura da parte del direttore reggente dell’Ente territoriale di Sassari, Giuliano Patteri. Per cinque mesi gli investigatori della Finanza hanno pedinato, filmato e fotografato i movimenti degli indagati, documentando quella che secondo il sostituto procuratore Mario Leo sarebbe una truffa aggravata ai danni dello Stato. Due giorni fa il giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu ha firmato l’ordinanza che ha portato alla sospensione dal servizio di cinque degli indagati. L’interdizione dal pubblico ufficio è stata disposta per Ubaldo Porcu, 63 anni, originario di Martis, per i sassaresi Enrico Borghetto, 51 anni, e Ausonio Pinna, 65 anni, per Antonio Carta, 60 anni di Ittiri e Carlo Scano, 61 anni originario di Cagliari.

Sono stati gli uomini della polizia tributaria, guidati dal tenente colonnello Marco Sebastiani, a notificare agli indagati la sospensione dal posto di lavoro. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Mariano Mameli, Giuseppe Masala, Maria Speranza Benenati ed Eligio Cavaglieri, ha già annunciato che presenterà appello immediato al tribunale della libertà. Restano in servizio, pur essendo indagati ma con posizioni meno gravi, i sassaresi Valter Antonio Lanza, di 52 anni ed Enrico Carboni di 65. Questi ultimi, difesi dagli avvocati Carlo Pinna Parpaglia e Mariano Mameli, sono accusati di aver coperto i colleghi, di aver sottoscritto false dichiarazioni o di aver firmato l’entrata o l’uscita al posto di alcuni degli altri indagati. Era stato il malumore dei colleghi che svolgevano regolarmente il proprio dovere a far scattare l’indagine. Dopo aver raccolto una serie di lamentele il direttore, subissato dalle lamentele di una buona parte dei 46 dipendenti dell’Ente Foreste, che denunciavano le continue assenze dall'ufficio di alcuni colleghi, aveva prima provato con l’emanazione di alcune circolari per richiamare i “furbetti del cartellino” all’ordine, poi si era rassegnato e aveva presentato un esposto in Procura. Il 14 novembre del 2014, poco dopo la segnalazione, due telecamere piazzate all’interno dell’ex carcere di San Sebastiano avevano iniziato a filmare tutti i movimenti in entrata e in uscita dell’ingresso della sede dell’ente regionale in via Roma, a pochi passi dal palazzo di giustizia.

L’inchiesta è andata avanti fino a metà aprile 2015. Nei video consegnati dalle Fiamme Gialle alla Procura, si vedono chiaramente gli accusati uscire dall'ufficio e incamminarsi verso i bar della zona. Nelle oltre venti pagine dell’ordinanza gli inquirenti hanno presentato agli indagati il conto dei minuti non lavorati e dei soldi percepiti ingiustamente. Se dovessero risultare colpevoli rischiano il licenziamento.

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