La Nuova Sardegna

Mutui “taroccati” dalle Banche, è battaglia sui risarcimenti

di Silvia Sanna
Mutui “taroccati” dalle Banche, è battaglia sui risarcimenti

Dopo la sanzione dell’Antitrust la Commissione europea non fornisce la sentenza di condanna In attesa moltissimi clienti che dal 2005 al 2010 hanno pagato importi più alti del dovuto

12 febbraio 2016
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SASSARI. La grande truffa è stata svelata ma i risarcimenti non arrivano. In attesa, solo nell’isola, ci sono decine di migliaia di persone. Clienti delle banche, vittime del cartello formato – tra il 2005 e il 2010 – da sei grandi istituti di credito internazionali, tra cui la Barclays e la Deutsche Bank. Il tavolo ristretto decideva a suo piacimento le variazioni dell’indice Euribor più spread, il parametro al quale si agganciano mutui, prestiti, leasing e finanziamenti a tasso variabile. Una evoluzione arbitraria e illegale che ha fatto schizzare gli interessi applicate alle rate. Un esempio: su un mutuo da 150mila euro della durata di 15 anni è stato calcolato che il cliente ha versato alla banca circa 10mila euro in più. Le strane manovre non sono sfuggite alla Commissione Antitrust dell’Unione europea, che nel dicembre 2013 ha punito le banche con una multa di 1miliardo 700 milioni di euro, somma poi ridotta a 1 miliardo. Ma dei risarcimenti ancora non c’è traccia.

Sentenza top secret. Il motivo: la Commissione europea non diffonde la sentenza, secretata per “non provocare danni agli istituti di credito” che potrebbero essere travolti da una valanga di richieste di indennizzi. E senza il grimaldello della sentenza nelle mani dei giudici diventa più complicato ottenere la restituzione del maltolto. A condurre la battaglia nell’isola è l’avvocato Andrea Sorgentone, responsabile dell’associazione “Sos utenti” ed esperto di diritto bancario. Pronto, di fronte alle resistenza della Commissione Ue, a rivolgersi alla Corte di Giustizia europea.

Segreti e ricorsi. Il carteggio tra Sorgentone e la Commissione europea inizia nel gennaio 2014, un mese dopo la sentenza che condanna le Banche a pagare 1 miliardo di euro. Da allora a oggi c’è un fitto scambio di mail tra l’avvocato e Martin Kroeger, Capo d’unità della commissione. Sorgentone chiede copia del provvedimento «che a differenza di tutti gli altri – spiega – non è presente nel sito della Comunità europea». Da Bruxelles arrivano risposte sorprendenti. La prima, datata 3 marzo 2014: «Non è ancora disponibile una versione pubblica del provvedimento, che non contenga segreti aziendali o altre informazioni riservate». «È incredibile – commenta l’avvocato – è come che un giudice penale di rifiuti di fornire la sentenza di condanna per una truffa perché non l’ha concordata con il truffatore». Il legale non molla e ribadisce la sua richiesta. La risposta questa volta è diversa e molto più articolata. Kroeger spiega che la sentenza non può essere divulgata perché contiene dati sensibili e perché il contenuto potrebbe danneggiare gli istituti di credito. «A quel punto faccio ricorso – aggiunge Sorgentone – affermando di non volere il testo completo ma solo l’intestazione, cioè l’indicazione delle Banche coinvolte, e il dispositivo, cioè la decisione. Faccio presente che si tratta di dati già noti in seguito alla sentenza della CommissioneAntitrusta dell’Ue». Niente da fare. È di due giorni fa l’ultima mail di Andrea Sorgentone, nella quale annuncia che si rivolgerà alla Corte di giustizia europea per ottenere copia del provvedimento. «E la avrò, non ci sono dubbi – aggiunge l’avvocato – ma ottenere un risarcimento sarà una lotta contro il tempo. La Commissione sta tergiversando con l’obiettivo di far scattare la prescrizione».

Truffati e beffati. Sulla vicenda cartello aveva aperto un’inchiesta la procura di Trani. Dalle intercettazioni era venuto fuori il modus operandi dei banchieri internazionali coinvolti nella truffa: al telefono o per mail concordavano la variazione dell’indice Euribor “che numero dai? No, mi serve più alto”, provocando volontariamente un aumento improvviso del tasso di interesse che per oltre tre anni e mezzo fece lievitare le rate di prestiti e mutui. Ora i clienti beffati battono cassa.

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