La Nuova Sardegna

Un delitto agghiacciante a Platamona

di Grazia Brundu
Un delitto agghiacciante a Platamona

Presentato il film “The moon in the woods” di Alfredo Moreno ambientato a Porto Torres e Alghero

11 febbraio 2016
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SASSARI. Partire con l’idea di realizzare un film “povero”, autofinanziato, e poi attrarre la partecipazione, le competenze e i mezzi tecnici che di solito sono riservati a produzioni più grandi. Succede con il progetto del regista Alfredo Moreno, “The moon in the woods”, uno psico-thriller ambientato tra Sassari, la pineta e lo stagno di Platamona, Porto Torres e Alghero, le cui riprese, iniziate un mese e mezzo fa, hanno coinvolto i vigili del fuoco e le forze dell’ordine con i rispettivi equipaggiamenti, oltre ad alcune strutture dell’Università.

Moreno ha nel suo curriculum già quattro fiction e un documentario, e dal 2013 dirige il cineclub Casablanca a Ossi. Proprio quest’ultimo, ha spiegato il regista durante la conferenza stampa nella sede dei Vigili del Fuoco a Sassari, «è l’unico finanziatore del lungometraggio, mentre gli attori sono tutti non professionisti che, però, con impegno e passione stanno dimostrando un potenziale molto interessante». Da affinare durante i prossimi cinquanta giorni: quelli che mancano per concludere le riprese e iniziare la post produzione.

Com’è giusto per un thriller, sulla trama aleggia il mistero. Qualcosa, però, trapela. «La protagonista –racconta Moreno- è il commissario Luna, interpretato da Antonella Masia, co-autrice del soggetto. Il film è un viaggio psicologico attraverso le sue paure risalenti all’infanzia, legate a un serial killer che continua ad essere ossessionato da lei e finirà per ricomparire nella sua vita». L’esito di questo appuntamento fatale, però, non si svela nel corso di “The moon in the woods”. I misteri della luna, infatti, proseguiranno con i capitoli: “ The moon in the city” e “The moon in the lake”. A fiancheggiare il commissario Luna ci sono dei veri agenti di polizia, “reclutati” nella Questura di Sassari, e il Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, protagonisti questi ultimi nella scena del recupero di un cadavere (finto) nello stagno di Platamona. «Collaborare al film –spiega il comandante dei Vigili del Fuoco, Mario Falbo- ci ha dato la possibilità di far vedere ciò che facciamo ogni giorno al servizio dei cittadini, che non si limita certo agli incendi».

L’ingegner Falbo e i suoi uomini sono stati preziosi anche nel fornire dettagli realistici alla regia. A titolo gratuito, a dimostrazione dell’interesse suscitato dal progetto. Infatti, spiega Falbo, «i vertici del Vigili del Fuoco sono molto selettivi nel concedere il permesso di mostrarsi al di fuori di occasioni ufficiali. Questo film, però, ci ha convinto perché mette in risalto le nostre strategie investigative».

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