La Nuova Sardegna

Torpè, due attentati in poche settimane: muore di infarto il padre del sindaco

La porta di casa del padre del sindaco
La porta di casa del padre del sindaco

Pasqualino Cabras era stato il bersaglio di un attentato incendiario e di un’intimidazione con un grosso petardo

11 febbraio 2016
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TORPÈ. Il suo cuore non ha retto alla tensione dopo una serie di attentati subiti nelle ultime settimane. Non si dava pace perché non riusciva a capire chi potesse averlo preso di mira. È morto nel sonno, colpito da un infarto fulminante, Pasqualino Cabras, ex rappresentante di commercio di 76 anni, e padre del sindaco del paese. L’uomo era diventato noto dopo una serie di attentati davanti alla sua casa di cui era stato vittima.

Ieri mattina è stato trovato nella sua abitazione da alcuni familiari. «Mio padre non ha mai sofferto di cuore – ha detto il figlio Omar –. Certo è che gli ultimi fatti che lo hanno visto protagonista, lo hanno provato profondamente».

Appena una settimana fa, infatti, la notte tra il 29 e il 30 gennaio, ignoti usando del liquido infiammabile avevano dato fuoco al portoncino d’ingresso della sua abitazione in via Nuoro, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale.

Poco dopo la mezzanotte, gli incendiari avevano appiccato il rogo, poi erano scappati, facendo perdere le tracce. Le fiamme avevano danneggiato il portoncino in legno e annerito i cornicioni. A rendersi conto dell'attentato era stato l'anziano, che si era svegliato di soprassalto dal rumore dei vetri della porta d'ingresso, andanti in frantumi dal forte calore sprigionato dal rogo.

Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco di Siniscola e i carabinieri della stazione del paese che avevano fatto partire immediatamente le indagini.

«Non ho avuto discussioni con nessuno, non so cosa pensare – aveva detto l'anziano qualche ora dopo l'attentato di una settimana fa –. Mi risulta molto difficile capire chi possa avercela con me sino al punto di arrivare per ben due volte davanti alla mia casa per compiere un'azione del genere».

Ma il pensionato era stato vittima di un altro atto intimidatorio anche il 19 gennaio. Quasi alla stessa ora, davanti alla sua abitazione, era stato fatto esplodere un grosso petardo. Anche allora non si era saputo chi avesse agito.

In entrambe le occasioni il sindaco Omar Cabras aveva dichiarato: «Tendo a escludere ogni collegamento con la mia attività politica anche perché il clima in consiglio comunale è sereno e non si sono mai registrati attriti».

Ieri però il primo cittadino ha preferito chiudersi nel suo dolore.

Tutto il paese si è stretto intorno alla famiglia del sindaco. Una comunità scossa dall’onda di attentati che ha colpito Torpè. (s.s.)

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