La Nuova Sardegna

Sanità, il 2016 sarà in rosso il buco è di 170 milioni

di Umberto Aime
L'ospedale Santissima Annunziata di Sassari
L'ospedale Santissima Annunziata di Sassari

Le spese sono superiori alle entrate. Alla fine del 2015 risparmio di 50 milioni. L’assessore Arru: «Puntiamo a un servizio pubblico efficace ed efficiente»

10 febbraio 2016
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CAGLIARI. Prima la buona notizia: negli ultimi tre mesi del 2015, la sanità ha risparmiato 50 milioni. Evviva, ha del miracoloso. Subito dopo quella cattiva: nonostante gli sforzi, il bilancio della salute quest’anno partirà con un handicap intorno ai 170 milioni, per colpa di «stanziamenti che non coprirebbero tutte le spese previste». È davvero strano il mondo delle Asl e dintorni: far quadrare i conti sembra essere sempre un’impresa disperata. Ma la maggioranza di centrosinistra vuole riuscirci anche senza aumentare le tasse ai sardi, sarebbe il secondo miracolo, e, nell’istruttoria sulla Finanziaria, ha chiesto a chi di dovere, l’assessore Luigi Arru, lumi sul percorso.

La relazione. Di fronte alle commissioni Bilancio e Sanità del Consiglio, riunite insieme, chi non vuole essere crocifisso ma neanche santificato, Arru appunto, è stato preciso: «Non può più passare il messaggio che la sanità sarda sia un buco nero, mentre è vero che costa e il mio compito è quello di migliorare la spesa di un ritrovato servizio pubblico efficace ed efficiente». Per questo, all’inizio, ha voluto dire che «l’anno scorso, abbiamo risparmiato grazie alle regole rigide applicate con rigore dalle aziende sanitarie». Certo, il futuro lo preoccupa, come gli ha ricordato l’opposizione di centrodestra dopo aver evocato il debito già per l’anno in corso, ma Arru ha replicato. «Se è vero che la sanità pesa fino al 50 per cento sul bilancio della Regione», è innegabile anche questo: «Avevo chiesto come fabbisogno 2016 quasi 3,3 miliardi, ma in Finanziaria sono stati contabilizzati 152 milioni in meno e quindi sappiamo di dover vivere un’altra stagione difficile, in apnea». Insomma, chi ha in mano la cassa non gli ha dato certo una mano.

Il vecchio debito. La sanità si trascina da tempo un rosso di quasi 400 milioni (sceso a 354 con i risparmi fine 2015) ed «è quello che vogliamo aggredire», ha detto Arru. Nel rispondere alle domande dei presidenti delle commissioni (Francesco Sabatini e Raimondo Perra), della maggioranza – che non è stata tenera – e dell’opposizione – sempre molto dura – l’assessore è stato deciso nel proporre la strategia in cui crede come fosse un mantra. «Con la riorganizzazione della rete ospedaliera, senza più doppioni, e la messa sotto controllo di quella farmaceutica – sono state le sue parole – possiamo fare un primo passo decisivo per riportare in pareggio il sistema e far sì che le buone pratiche appena introdotte diventino durature».

L’impresa. La strada è in salita e lui lo sa bene. «Però – ha aggiunto – possiamo farcela con l’impegno di tutti». Con un chiaro riferimento alle resistenze che il suo piano di rientro («C’è e siamo pronti ad accettare ogni suggerimento») continua a trovare nella stessa maggioranza,

Soldi in meno. Arru ha detto che in Finanziaria sono «diverse le voci sottostimate». Ad esempio il taglio per le politiche sociali sarà di 32 milioni, ma «sappiamo che quei finanziamenti sono attesi e ce li chiederanno». Dunque, i risparmi interni «dovranno continuare a essere la strada maestra se vogliamo migliorare la qualità del sistema ed evitare contraccolpi sulle entrate della Regione». Non c’è dubbio: al momento del confronto sulla Finanziaria, sarà la sanità il terreno di scontro fra maggioranza e opposizione. Dalle super tasse per passare agli ospedali e poi tutto il resto, a cominciare dal costo del personale: ogni manciata di euro finirà sotto osservazione,

Le verifiche. Dopo aver ascoltato le relazioni degli undici commissari delle Asl, tutti abbastanza fiduciosi sulla possibilità di contenere i costi, è stato il presidente della commissione Sanità, Franco Sabatini, a presentare una prima proposta operativa. Con un emendamento, chiederà che i controlli siano trimestrali («Dobbiamo aver la certezza dei passi in avanti») e poi «fra sei mesi l’assessore dovrà dirci a che punto siamo». Luigi Arru si è alzato in piedi e ha detto: «Sono pronto».

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