La Nuova Sardegna

Giallo di Nule, parlano i familiari di Stefano Masala: «Noi non smettiamo di cercarlo»

di Nadia Cossu
Il manifesto realizzato dalla famiglia di Stefano Masala
Il manifesto realizzato dalla famiglia di Stefano Masala

Dopo la svolta nelle indagini, con un diciassettenne indagato per omicidio, parlano i genitori del giovane scomparso 9 mesi fa. L'avvocato dell'adolescente sotto inchiesta: «Contestazioni che ci lasciano senza parole»

10 febbraio 2016
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NULE. Marco Masala ha gli occhi lucidi quando apre il portone di casa e porge la mano per salutare. Varcando la soglia della villetta gialla di via Sardegna, a Nule, si percepisce subito la sofferenza, ma è un dolore vissuto con grande dignità, nell’attesa perenne che a bussare a quella porta, finalmente, sia proprio lui: Stefano.

L’attesa. Sono tutti lì, amici stretti e parenti, riuniti intorno a babbo Marco, mamma Carmela e a Giuseppe, Alessandra e Valentina. I genitori e i fratelli di Stefano Masala, il 29enne di Nule di cui da nove mesi non si hanno più notizie, non sono mai rimasti soli in questo lunghissimo periodo. E ieri mattina 9 febbraio, quando in paese si è saputo che ora la Procura indaga per l’omicidio del ragazzo e non più solo per la sua scomparsa, quell’abbraccio è stato ancora più forte e più avvolgente. C’è una persona che la magistratura sospetta sia coinvolta nella morte di Stefano e nell’occultamento del suo cadavere: un ragazzo di 17 anni, anche lui di Nule.

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La scomparsa. Stefano, scomparso il 7 maggio del 2015 – ossia il giorno prima dell’omicidio dello studente 19enne di Orune Gianluca Monni – frequentava di tanto in tanto il 17enne che ora la Procura dei minori di Sassari indaga per due delitti: quello di Monni e quello di Masala. L’auto che le telecamere del paese barbaricino hanno inquadrato poco prima che lo studente venisse ucciso sarebbe proprio quella di Marco Masala: «L’avevo lucidata perché il giorno prima eravamo andati a un matrimonio», dice il padre di Stefano. E la stessa auto è stata poi trovata distrutta dal fuoco nelle campagne a pochi chilometri da Pattada. Segnali inequivocabili di un legame tra i due fatti di cronaca. Ma su questo i familiari di Stefano non aggiungono una sola parola: «Dal primo momento – dice Marco – ci siamo affidati completamente alla Procura di Nuoro. E continuiamo a farlo anche ora, con quella dei minori. Non abbiamo cercato alcun indagato, quello è un lavoro che deve fare la magistratura. Noi vogliamo soltanto ritrovare nostro figlio e dopo quest’ultima notizia abbiamo la speranza che si riattivino le ricerche. Non abbiamo mai smesso di dire che Stefano dobbiamo riportarlo a casa. In ogni modo. Sappiamo che sarà dura ma ce lo siamo imposto».

La svolta nelle indagini. È una novità difficile da mandar giù. Per questo ognuna delle persone sedute nel soggiorno della casa dei Masala rivolge continuamente una carezza, uno sguardo, una parola di conforto ai genitori e ai fratelli di Stefano. «Siamo frastornati – le prime parole del padre – di fronte a questa notizia. Certo che ora la speranza si affievolisce, ma il lumicino resta sempre acceso. Noi lo aspettiamo ancora Stefano. Io non smetto di cercarlo, lo cerco mattina, sera e notte. Lo sto cercando anche ora che sono qui davanti a voi...». Una speranza quasi doverosa. Che va contro le convinzioni degli inquirenti, contro le aspettative delle forze dell’ordine, forse anche contro la logica. Ma che un familiare non può permettersi di perdere, almeno fino a quando non sarà trovato il corpo di Stefano.

La difesa del minorenne indagato. «È una contestazione che ci lascia senza parole. L’indagine è in corso e nulla sappiamo dei passi che la Procura dei minori sta facendo. La delicatezza della situazione impone un certo riserbo e noi lo rispettiamo e restiamo in attesa». L’avvocato Agostinangelo Marras, che tutela il 17enne di Nule indagato per due omicidi, solo ieri è venuto a sapere ufficialmente di questa nuova contestazione a carico del suo cliente. «Non conosciamo gli atti, dobbiamo capire cosa sta succedendo prima di poter aggiungere qualsiasi parola». Assolutamente prudente, in attesa che le indagini facciano il loro corso. Anche perché ci sono tanti tasselli da rimettere ancora a posto. Ad esempio non ci sono ancora notizie sull’esito degli accertamenti non ripetibili che i carabinieri del Ris hanno eseguito sulla moto dell’altro indagato per l’omicidio di Gianluca Monni: il ventiseienne, cugino del minorenne di Nule. Quegli esami erano stati disposti dalla Procura proprio nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Stefano Masala per valutare la presenza o meno di tracce ematiche che potessero ricondurre direttamente al 29enne di Nule. E poi ci sono i computer e i telefoni sequestrati. E anche in questo caso si aspettano riscontri interessanti dal punto di vista investigativo. Il 26enne – che è assistito dall’avvocato Mattia Doneddu – al momento non sarebbe indagato per l’omicidio Masala. Ma le indagini delle due Procure – quella di Nuoro e quella per i minori di Sassari – sono in continua evoluzione. I carabinieri del comando provinciale di Nuoro non hanno mai smesso di lavorare sui due fronti, in collaborazione con i colleghi del Sassarese. E la svolta decisiva potrebbe non essere così lontana.

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