La Nuova Sardegna

Fatturati e lavoratori, tracollo da 250 milioni

di Silvia Sanna
Fatturati e lavoratori, tracollo da 250 milioni

In ginocchio il sistema economico che ruota intorno alla compagnia low cost Scenari pessimi per le strutture ricettive, a rischio centinaia di stagionali

05 febbraio 2016
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SASSARI. I primi a sentire l’effetto saranno quelli che hanno modellato l’offerta a immagine e somiglianza del turista easy. Cioè di chi viaggia con Ryanair perché cerca una vacanza a basso costo e senza troppe pretese: leggera nel bagaglio e nella spesa. Per questo va a dormire in un albergo di media qualità oppure sceglie un bed & breakfast o un appartamento in affitto. La fetta più grossa dei turisti che ogni estate sbarcano nella Riviera del Corallo dai voli della compagnia irlandese, si riversa in questo tipo di strutture che negli anni si sono moltiplicate per fare fronte alla richiesta. Ora l’addio di Ryanair , che il 1 novembre chiuderà la base di Alghero e lascerà solo tre collegamenti con la Penisola, rischia di mettere in ginocchio un segmento del comparto turistico-ricettivo nato e cresciuto grazie al low cost. È la base della piramide, dicono gli addetti ai lavori. Che aggiungono: «Si parte da lì. Ma se Ryanair non tornerà sui suoi passi o se il vuoto non sarà colmato, piangeremo tutti». Anche gli hotel a molte stelle. Per questo il territorio si mobilita. Oggi il governatore Pigliaru incontrerà gli imprenditori. E domani Alghero si metterà in marcia per evitare il baratro.

I numeri. Il volume d’affari creato dal vettore è impressionante: insieme agli irlandesi, dal Nord Ovest a fare le valigie sarà un tesoretto da circa 250 milioni di euro. L’allarme è scattato a novembre, quando Ryanair ha annunciato il taglio di 14 rotte da Alghero a partire dal 1 aprile. Tra le destinazioni cancellate, i voli per la Spagna e la maggior parte di quelli per la Germania, insieme a quelli dal Nord est d’Italia. Nella Riviera del Corallo è stato subito panico. Perché nel 2015 – da maggio a metà ottobre – le 14 rotte tagliate hanno fatto atterrare ad Alghero 125mila turisti. Ognuno con una capacità media di spesa giornaliera – solo per vitto e alloggio – di circa 100 euro. E ognuno pronto a trascorrere in Sardegna – quasi sempre rimanendo in zona o comunque all’interno dei confini del Sassarese – almeno 5 giorni. Dunque aprendo il portafogli per visitare musei, per fare gite in barca, per acquistare souvenir, per noleggiare un’auto o affittare sdraio e ombrellone. Mettendo cioè in circolazione una discreta somma di denaro: più o meno 400 euro, è stato calcolato. Il totale che viene fuori è notevole e a beneficiarne è l’intero sistema economico: non solo l’albergo o il ristorante ma tutto l’indotto. E questo ha una conseguenza: più posti di lavoro, con assunzione di personale in diversi settori, soprattutto nel comparto ricettivo, che da quest’anno potranno venire meno.

Gli scenari. Stefano Visconti, presidente di Federalberghi del Nord Sardegna, non nasconde la preoccupazione. Tra gli ideatori della raccolta fondi nata per convincere Ryanair a non tagliare i collegamenti, in questi giorni la sua missione è diventata ancora più faticosa: «L’addio annunciato dalla compagnia ha complicato la situazione. Pochi credono all’utilità di contribuire al fondo. In realtà ora più che mai le imprese e l’intero territorio dovrebbero essere compatti: se Ryanair andrà via bisognerà sostituirla, stabilire rapporti con altre compagnie che colmino il vuoto lasciato dagli irlandesi. Perché la perdita dei collegamenti con l’Europa, oltre che portarci indietro di anni, metterebbe in crisi tutto il sistema economico e annullerebbe molti posti di lavoro».

La prossima stagione. I più grandi, le strutture di qualità medio-alta, respireranno grazie ai tour operator. La vendita di pacchetti per la Sardegna è aumentata perché nella situazione internazionale di allarme terrorismo l’isola è considerata una meta sicura, a differenza per esempio dalla Tunisia. Ma l’assenza di Ryanair non sarà comunque indolore. Soprattutto per quanto riguarda le assunzioni di lavoratori stagionali. «Normalmente nello stabilire gli organici ci si basa sullo storico, cioè sui numeri della stagione precedente – dice Visconti – quest’anno ovviamente ci muoveremo con maggiore cautela». Assunzioni ancora più a rischio nelle strutture medio-piccole (massimo 60 camere), dove normalmente il rapporto è di un addetto ogni 6-7 ospiti. I lavoratori stagionali sono già in fibrillazione.

Programmazione. Non c’è, ha denunciato il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca. Che non attribuisce solo all’aumento delle tasse aeroportuali l’addio di Ryanair. Ma anche l’assenza di strategie per mantenere i vettori e magari incentivare la concorrenza. Anche di questo gli imprenditori parleranno oggi con Pigliaru e l’assessore ai Trasporti Deiana. Chiamati ad agire in fretta per salvare la barca che rischia di affondare.

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