La Nuova Sardegna

Budoni, il parroco ai fedeli: «Attenti alle medagliette miracolose, c’è il diavolo»

di Gianna Zazzara
Budoni, il parroco ai fedeli: «Attenti alle medagliette miracolose, c’è il diavolo»

Don Chessa, prete ed esorcista, invita i parrocchiani a bruciare le immagini fasulle: «I simboli sono stati alterati, sui cuori segni massonici: gettatele in mare»

05 febbraio 2016
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INVIATA A BUDONI. Bisogna arrivare a Budoni per trovare uno dei più noti esorcisti della diocesi di Nuoro. Don Giovanni Maria Chessa, orunese, è il parroco della chiesa di San Giovanni Battista. È lui che qualche giorno fa ha messo sull’avviso i fedeli: «Chi ha le medagliette false di Maria delle Grazie, conosciute come la medaglia del miracolo, le bruci e poi le getti in mare». Per il parroco, infatti, in queste medagliette, un gadget molto in voga nell’Ottocento, si anniderebbe il diavolo. Il sacerdote, capofila degli esorcisti sardi, lo avrebbe spiegato così ai fedeli che da qualche giorno arrivano in parrocchia per consegnargli le medagliette incriminate: «È stata alterata la simbologia originaria inserendo loghi massonici e demoniaci. Gettatele via dopo aver recitato una preghiera oppure portatele in chiesa e provvederemo noi a disfarcene per sempre».

In tanti lo hanno preso in parola. Anche ieri, in un pomeriggio assolato, molte signore, preoccupate, si sono rivolte al parroco. «Non sappiamo se queste medagliette siano vere o no, ma abbiamo paura dopo gli avvertimenti di don Chessa», hanno detto a mezza voce.

In verità è da anni che sui social network circola la storia delle medagliette falsificate. Un passaparola che è arrivato anche a Budoni. Ma nessuno pensa sia una bufala. Soprattutto dopo l’allarme lanciato da don Chessa. Il padre esorcista di Orune, infatti, 55 anni e nessuna voglia di pubblicità, è uno dei due sacerdoti della diocesi di Nuoro con questa speciale qualifica, ma nella vita di tutti i giorni si occupa soprattutto delle difficoltà delle persone normali. Anche ieri era impegnato nella sua attività quotidiana: gli esorcismi.

«È così ogni giorno, anzi i casi aumentano ogni giorno di più», confessa il viceparroco Totoni Cosseddu mentre don Chessa, nella sala privata dove opera le liberazioni, aiutava un ragazzo a liberarsi dal maligno, tra urla e lamenti disperati. Anche per il viceparroco è compito della chiesa estirpare il male dai «posseduti, la battaglia con il Male non finisce mai. Due giorni fa è arrivata una donna dalla forza disumana, per liberarla abbiamo dovuto tenerla ferma in tre». Allo scetticismo di chi gli chiede: «Ma c’è veramente bisogno di un esorcista?», don Cosseddu risponde così: «Sono sempre di più le persone che bussano alla porta di don Chessa. I giovani e le donne, purtroppo, sono le vittime preferite». E la storia delle medagliette false? «È roba che scotta. Non sappiamo quali rischi corriamo. Comunque meglio stare al sicuro. Don Chessa ha raccomandato ai fedeli di sbarazzarsene. Bisognerebbe bruciarle e poi gettarle in mare», avvisa don Cosseddu.

La medaglia falsificata si differenzia dalla originale perché le stelle non hanno 5 punte, ma sei, la emme di Maria è inclinata e sui cuori appare il simbolo della massoneria. «Perché il diavolo si annida nelle sette segrete, come le logge massoniche», precisa don Cosseddu. In verità è da anni ormai che la medaglia dell’Immacolata, diffusa a Parigi durante l’epidemia di colera del 1832 dalle Figlie della carità, si può acquistare sui siti internet di articoli religiosi a un prezzo irrisorio, appena 1 euro e 31 centesimi. Ed è uno dei gadget più di successo. «È probabile che le aziende produttrici abbiano sbagliato a riprodurre l’immagine originale della medaglietta – ammette don Cosseddu –. Ma, nel dubbio, è meglio sbarazzarsene».

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