La Nuova Sardegna

agroalimentare

Pane, a breve la legge di tutela

L’allarme dei panificatori: senza regole destinati a scomparire

03 febbraio 2016
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CAGLIARI. Il loro tesoro quotidiano l’hanno portato in Consiglio regionale. È il pane. Ogni giorno sono oltre mille i panificatori (5mila posti di lavoro e 300 milioni il fatturato) che sfornano dal «carasau» alle «ciabatte» fino ad altre 400 pagnotte tipiche. Ma senza una legge che tuteli il marchio Sardegna, c’è il rischio che ad avere il sopravvento sia l’anonima baguette della grande distribuzione: mai fresca, spesso surgelata, con troppi conservanti e sempre precotta. Per questo, in Consiglio, i panificatori iscritti alla Confcommercio hanno portato il loro tesoro davanti alla commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd). È lì, in quell’aula, che presto sarà licenziata la legge destinata a salvare gli artigiani del pane con un marchio di qualità in difesa anche dei consumatori. «Senza regole chiare molti panifici sono destinati a scomparire come è accaduto purtroppo negli ultimi anni», ha denunciato il presidente del sindacato Giampietro Secchi. La salvezza potrebbe essere proprio la legge nasce dalla fusione fra le proposte presentate dal Pd e dai Riformatori che all’associazione piace. «La bozza – ha detto Antonio Cesaraccio – centra l'obiettivo, perché disciplina la professione, istituisce gli albi dei pani tipici e tutela il prodotto fresco». L’importante – ha ribadito Gianfranco Porta – che «sia approvata in tempi brevi, per fermare lo strapotere delle multinazionali: sono sempre più aggressive sul mercato». La legge prevede anche il rilancio della filiera del grano. «Oggi solo il 20 per cento è sardo, il resto arriva da Francia, Canada e Ucraina». Il traguardo – sono state le parole di Giampietro Secchi - «deve essere sostenere la produzione del nostro grano, lo storico conosciuto come del Senatore Capelli». (ua)

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