La Nuova Sardegna

Fuga di Ryanair, si quotano anche operai e cassintegrati ma il milione di euro è lontano

di Silvia Sanna
Stefano Visconti, ideatore della raccolta fondi per evitare l'addio di Ryanair
Stefano Visconti, ideatore della raccolta fondi per evitare l'addio di Ryanair

Aerei low cost, la raccolta fondi aperta dalle imprese andrà avanti fino al 28 febbraio. Per evitare il taglio dei voli contribuiscono anche cassintegrati e operai

31 gennaio 2016
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SASSARI. Ci sono i 30 euro del pensionato che ha paura di non vedere più la figlia: vive in Spagna, senza voli low cost fare su e giù per la Sardegna è un bel problema. E ci sono i 20 euro del cassintegrato, che campa grazie a un assegno magro ma non perde grinta e fiducia nel futuro: anche lui ha dato il suo contributo, perché crede che senza i voli a basso costo la Sardegna sarà sempre più isolata. E poi ci sono i bonifici di chi lavora in un albergo, in un supermercato, in un bar: importi piccoli ma voglia di essere presenti perché, se Ryanair smobilita, anche i loro stipendi potrebbero essere a rischio. Tutte insieme, le adesioni dei privati fanno il 10 per cento del totale raccolto nel Fondo straordinario istituito dalla Camera di commercio per sostenere il traffico aereo nell’aeroporto di Alghero: cioè per convincere Ryanair a non tagliare le rotte e provare a trattare anche con le altre compagnie low cost. Il calendario offre un sostegno imprevisto: al Fondo si può contribuire sino al 28 febbraio perché solo allora i vettori stabiliranno la programmazione estiva dei voli.

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La raccolta. È iniziata il 18 dicembre con un obiettivo ambizioso: mettere insieme 1 milione di euro entro il 20 gennaio. I tempi poi si sono allungati, inizialmente sino alla data di oggi 31 gennaio e poi sino alla fine di febbraio. Il milione ancora non c’è ma tra i promotori dell’iniziativa si respira ottimismo. Spiega Stefano Visconti, presidente di Confcommercio Federalberghi per il Nord Sardegna e primo ideatore della iniziativa: «le compagnie, che solitamente pianificano i voli della stagione estiva entro il 31 gennaio, quest’anno hanno deciso di rimandare. Per questo ci è sembrato sensato posticipare i termini della raccolta. Abbiamo ancora un po’ di tempo per raggiungere l’obiettivo ma il risultato raggiunto sinora è lusinghiero».

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Le adesioni. Seicento imprese sino a questo momento hanno deciso di contribuire al Fondo. Si tratta nella maggior parte dei casi di aziende legate al settore turistico-alberghiero ed extralberghiero (b&b e affittacamere), ma anche della ristorazione e del commercio. E poi imprese della grande distribuzione, autonoleggi, assicurazioni. Ma l’effetto valanga immaginato se dovessero mancare all’improvviso i turisti portati nell’isola dagli aerei Ryanair, ha spinto anche altre categorie d’aziende a fare la loro parte. «Per esempio – dice Stefano Visconti – al Fondo partecipano le farmacie riunite in Federfarma, attente a tutelare il giro d’affari estivo. E poi ancora Assopetroli, in allarme per il mancato introito nella vendita di carburante se calasse il giro delle auto a noleggio nei mesi estivi».

I privati. Se i bonifici da parte delle imprese sono più numerosi e più “pesanti”, il 10 per cento di adesioni da parte dei privati è considerato comunque un buon risultato. Che conferma la paura dell’isola di essere tagliata fuori dai collegamenti con l’Europa: «Per tutti la molla che ha fatto scattare la sensibilità a contribuire è il possibile ridimensionamento del diritto della mobilità a prezzi accessibili che viene garantito dal sistema delle low cost». Ecco allora i bonifici di chi magari fa fatica ad arrivare a fine mese ma dà il suo contributo perché vive lontano dalla famiglia, del pensionato che pensa di non vedere più la figlia che sta in Spagna, perché Ryanair ha annunciato che dal 1 aprile taglierà i collegamenti con Girona-Barcellona e Madrid.

La trattativa. Va avanti sottotraccia, da Ryanair non trapela alcun segnale. In queste settimane di appelli, iniziative popolari e inviti a fare marcia indietro, la compagnia irlandese ha mantenuto un profilo basso. Confermando in una prima fase la scelta di ridurre la presenza in Sardegna, negli scali di Alghero e Cagliari, e in un secondo momento non rilasciando alcun commento sulla mobilitazione del mondo imprenditoriale. I contatti però ci sono, assicura Stefano Visconti: «Con Ryanair e con le altre compagnie low cost interessate a operare al Riviera del Corallo. Perché il nostro obiettivo non è solo quello di convincere gli irlandesi a restare, ma in futuro vogliamo sederci al tavolo con diversi vettori a parlare di programmazione dei voli». Il tavolo ancora non c’è «ma i vertici delle compagnie sanno quello che sta accadendo in Sardegna. E la cosa non li lascia indifferenti».

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