La Nuova Sardegna

I sindaci compatti: «La base di Decimo non deve chiudere»

di Luciano Onnis
I sindaci compatti: «La base di Decimo non deve chiudere»

Affollata assemblea dopo l’annuncio della Luftwaffe A rischio 1500 posti di lavoro, appello alla Regione

30 gennaio 2016
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DECIMOMANNU. Il giorno dopo l'ufficializzazione che la Lutwaffe tedesca lascerà il 31 dicembre 2016 la base aerea di Decimomannu, scatta la mobilitazione territoriale più o meno generale, ma anche oltre, per far si che i tedeschi non partano o che comunque l'aeroporto militare continui a svolgere la sua funzione e ad essere presente nel territorio.

Ieri mattina nella sala consiliare del comune di Decimomannu un centinaio di persone fra sindaci, sindacalisti, lavoratori civili e anche uomini con le stellette che operano nella base, hanno partecipato a una assemblea indetta dai primi cittadini dei quattro comuni direttamente interessati territorialmente dall'aeroporto militare (Decimomannu, Villasor, San Sperate, Decimoputzu), le cui comunità godono del ritorno economico e occupazionale dell'importante presenza della base aerea. Si parla di complessive 1.500 buste paga fra militari e civili (una settantina) per circa 40 milioni di euro di stipendi percepiti, ai quali però ci sarebbero da aggiungere alcune centinaia di lavoratori di circa ottanta ditte esterne che prestano servizi, stabili e occasionali, alla base. Ma tutto – è stato ricordato in più interventi all'assemblea – ruota attorno ai circa 300 militari della Lutwaffe che andranno via a fine anno.

I costi della base, circa 60 milioni l'anno, erano sostenuti per la metà da ciascuna delle aviazioni militari italiana e tedesca, difficile ipotizzare – se non impossibile – che l'Italia possa fare da sola nel tenere in piedi l'aeroporto. E anche qui le ombre sono piuttosto cupe. L'annunciata dismissione del poligono di esercitazione al tiro aereo di Capo Frasca, secondo il piano dalla Regione, fa cadere l'esigenza di tenere attiva la base di Decimo.All’assemblea erano presenti altri sindaci di comuni interessati alle servitù militari, come Perdasdefogu. Uniti, all'assemblea di ieri è stata annunciata la mobilitazione dei pro base. Il primo appuntamento è stato stabilito: in programma una manifestazione sotto la sede del consiglio regionale, poi si potrebbe anche marciare alla volta di Roma, sindaci in testa.

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