La Nuova Sardegna

Pd, due giorni di fuoco per la segreteria di Soru

Oggi il vertice del gruppo Cabras-Fadda. Lunedi toccherà ai renziani e agli ex Ds Non ci sarà una richiesta di dimissioni, ma la gestione del partito dovrà cambiare

23 gennaio 2016
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CAGLIARI. Il Pd della grande maggioranza a tre (Soru, Cabras e Fadda) è ormai a poche pedalate dalla volata finale. Ma non sarà un arrivo in gruppo: la squadra è finita in frantumi e oggi pare impossibile che si rincompatti sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. Fra oggi e lunedì ci saranno due tappe decisive di avvicinamento. Questa mattina, a Tramatza, è stato organizzato il vertice della corrente capeggiata da Antonello Cabras e Paolo Fadda, in cui si riconoscono anche l’ex segretario Silvio Lai e il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Lunedì, a Cagliari, sarà la volta del gruppo misto guidato dai renziani della prima ora, Gavino Manca e Chicco Porcu, dagli ex Diesse, fra gli altri il deputato Siro Marrocu, e dal senatore Ignazio Angioni. Con una domenica di mezzo, in questi due giorni si capirà se Renato Soru rimarrà ancora il segretario regionale del Pd, oppure dovrà fare un passo indietro, o ancora accettare di condividere la segretaria con un bel gruppetto di saggi. Renato Soru che ventiquattr’ore fa ha partecipato alla direzione nazionale del Pd di cui fa parte. Pare che a Roma sia stato impegnato in alcune riunioni sul terremoto che ha travolto i Dem sardi. Molti sostengono che dal «cerchio magico» di Renzi, il segretario abbia ricevuto più di un consiglio su come muoversi nei prossimi giorni, ma non è chiaro se i renziani nazionali siano ancora così sicuri di sostenerlo. Gran parte del futuro dipenderà da come si concluderà in mattinata l’assemblea della corrente Cabras-Fadda, che di fatto ha aperto la crisi, con le dimissioni dalla segreteria del deputato Romina Mura. Se oggi dovessero presentarle (è molto probabile) anche gli altri rappresentati del gruppo capeggiato dagli ex parlamentari, vorrà dire che la spaccatura con Soru è ormai insanabile, anche se nessuno arriverà a chiedere in pubblico le sue dimissioni. Però nella gestione del partito molto dovrà invece cambiare, e potrebbe essere proprio questo l’ultimatum di Tramatza. Per la verità c’è ancora una flebile speranza che lo strappo si ricomponga ma non con una staffetta in maggioranza fra Cabras-Fadda, fuori, e renziani-ex Diesse dentro. L’ipotesi della stampella d’emergenza è stata già respinte al mittente dai portavoce di quel gruppo misto ora in minoranza dopo essere stato sconfitto due anni fa proprio da Soru nella corsa per la segreteria. C’è però una parte dei renziani di stretta osservanza che preferirebbe rinviare la resa dei conti a dopo le elezioni amministrative e l’approvazione in Consiglio delle diverse riforme annunciate dalla Giunta, cioè intorno a giugno Ed è proprio questa sorta di attendismo che potrebbe prevalere, come mossa tattica, lunedì a Cagliari. Ai due appuntamenti guarda con attenzione il governatore Francesco Pigliaru, consapevole che solo se potrà contare su un «Pd forte e coeso» la legislatura correra più velocemente e sicura. Certo, sul piatto c’è il sempre possibile cambio in corsa di diversi assessori, almeno tre, ma non sarà subito. (ua)

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