La Nuova Sardegna

Entrate, 130 milioni in più C’è il primo lasciapassare

Le commissioni Autonomia e Bilancio del Consiglio dicono sì a maggioranza Ma il centrodestra contesta il provvedimento e darà battaglia in aula

19 gennaio 2016
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CAGLIARI. Le entrate tributarie sono una bestia complicata da gestire e non solo per i ragionieri. Se da una parte le imposte sui giochi (dai gratta e vinci alle slot machine, al poker on-line) sono una delle voci positive più pesanti nel bilancio 2016 della Regione, oltre 100 milioni, dall’altra i sindaci sono impegnati a far di tutto perché i loro paesi non siano invasi dalle lotterie. A farla breve, c’è una fondamentale questione contabile su un fronte, quello regionale, e una non meno importante morale per le amministrazioni comunali. È inevitabile, la seconda, dopo che l’isola è stata censita come il territorio nazionale in cui è più alta la percentuale di macchinette per il gioco d’azzardo: 22 ogni 10mila abitanti. È una delle curiosità della Vertenza entrate ormai, almeno secondo la maggioranza di centrosinistra, verso il lieto fine dopo l’accordo di dicembre fra la Giunta e il ministero dell’Economia e quasi dieci anni di trattative.

Passo in avanti. Nel frattempo le norme di attuazione, o accordo che dir si voglia, hanno superato un altro ostacolo. Lo schema è stato approvato dalle commissioni Autonomia e Bilancio del Consiglio regionale. All’appello mancano altri due passaggi: il via libera dell’aula, potrebbe arrivare poco prima della discussione della Finanziaria, e quello del Consiglio dei ministri atteso intorno a febbraio. Il governatore Francesco Pigliaru aveva auspicato che l’intesa romana fosse salutata con entusiasmo anche dall’opposizione, ma in commissione il centrodestra ha votato contro e farà lo stesso nel dibattito. La posizione della minoranza non è cambiata da quando la Giunta ha annunciato la chiusura di «un confronto durissimo» – parole testuali del presidente della Regione. Per Forza Italia e gli altri partiti di quel fronte, invece «la Giunta s’è accontentata quando ha ottenuto 894 milioni di arretrati dal 2010 al 2015 e lasciato anche un bel po’ di zone grigie nei rapporti tributari fra lo Stato e la Regione». Le posizioni sono contrapposte e saranno le stesse quando comincerà il confronto in Consiglio.

Passo decisivo. È quello che per il centrosinistra avrebbe compiuto da dicembre in poi la Vertenza entrate. «Da oggi – ha ripetuto più volte l’assessore al Bilancio Raffaele Paci – avremo la certezza non solo di quanto ci spetta come compartecipazioni ma anche la quantità delle entrate». A regime, a partire da quest’anno, la Sardegna incasserà 130 milioni in più, con il pieno «riconoscimento dei 7/10 (70 centesimi ogni euro) delle imposte incassate dallo Stato nell’isola». È la stessa quota prevista da sempre per l’Irpef nazionale, per l’Iva invece sono i 9/10, e ora sarà così anche per l’Ires (l’imposta pagata dalle società con sede legale altrove e stabilimenti in Sardegna), giochi e lotterie, redditi da capitale (sono le tasse pagate dai correntisti che hanno un conto con istituti di credito della penisola) e le riserve matematiche o fondo di garanzia messo da parte dalle assicurazioni sulle polizze sottoscritte nell’isola. Nel dettaglio e secondo le previsioni della Giunta: dall’Ires arriveranno altri 44milioni, 51,5 dai redditi da capitale, 31 dai giochi e 9 dalle riserve matematiche. In totale, sono i 130 milioni di aumenti a regime calcolati dall’assessorato al Bilancio all’indomani del contratto col ministero e la Ragioneria dello Stato.

Passo definitivo o no. Secondo la Giunta le norme di attuazione delle entrate saranno per la vita, ma una voce discordante arriva dalla stessa maggioranza. È il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini del Pd, a dire: «Ci sono Regioni che rivedono ogni due anni gli accordi finanziari con lo Stato e non vedo perché la Sardegna dovrebbe essere diversa». È chiaro il riferimento all’accordo del 2006 Soru-Prodi, l’origine della Vertenza entrale: «Allora quella firma andava bene. Oggi non più e ad esempio sul costo dei trasporti aerei, tutto a carico dei sardi, c’è molto da rivedere». (ua)

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