La Nuova Sardegna

Chimica, domani lo sciopero

Chimica, domani lo sciopero

I sindacati alle istituzioni: in questa battaglia dovete essere al nostro fianco

19 gennaio 2016
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PORTO TORRES. Una lettera per cercare di rompere l’isolamento e tenere in piedi la chimica verde, «l’unica vertenza del territorio del nord Sardegna che ancora consente di parlare di produzioni, innovazione e posti di lavoro». L’hanno scritta i segretari provinciali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil - Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Giovanni Tavera - ai sindaci di Sassari, Porto Torres, Alghero, Sorso, Sennori, Castelsardo e Ittiri, al presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, in previsione dello sciopero nazionale proclamato per domani.

«Il Governo e il presidente Francesco Pigliaru – si legge nella nota – non possono assistere in silenzio all’ennesimo scippo, servono reazioni concrete che vadano al di là delle dichiarazioni di rito. Abbiamo aderito allo sciopero del 20 gennaio e chiediamo con forza il sostegno e la partecipazione delle istituzioni all’assemblea che si terrà nella mensa aziendale del Petrolchimico. Vorremmo che le massime istituzioni siano al nostro fianco in questa battaglia».

Mercoledì l’appuntamento è per le 7, a Porto Torres, davanti ai cancelli del Petrolchimico. Alle 9 è prevista l’assemblea a cui parteciperà anche Gianluca Bianco, segretario nazionale della Femca-Cisl.

La manifestazione di domani vedrà anche la partecipazione dei lavoratori dell’indotto, il cui destino è più che mai legato al progetto della chimica verde e alle decisioni dell’Eni.

«L’incontro al ministero dello Sviluppo economico è stato per noi inconcludente – hanno spiegato i rappresentanti sindacali – , Eni e Versalis hanno confermato che è in itinere la ricerca di un partner che possa acquisire quote di maggioranza di Versalis. Ma il fondo americano non è interessato a portare avanti i progetti di riconversione per la chimica verde a Porto Torres, Porto Marghera e Gela. Per il nostro territorio e per la Sardegna, questa decisione sarebbe l’ennesimo perpetrato nei confronti di un sito che ha creduto e crede nel progetto Matrìca e in una reale riconversione industriale come volano per fare ripartire l’economia sarda». (g.b.)

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