La Nuova Sardegna

Voto di scambio, chiusa l'inchiesta Igea: 95 indagati

Voto di scambio, chiusa l'inchiesta Igea: 95 indagati

Agli indagati, tra i quali spicca il nome del leader sardo dell’Udc Giorgio Oppi, sono contestati vario titolo i reati di peculato, truffa aggravata, voto di scambio e turbativa d’asta

15 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Chiusa l’inchiesta della procura di Cagliari sull’Igea, l’ente minerario della Sardegna. In queste ore i carabinieri di Iglesias stanno notificando gli avvisi di conclusione degli accertamenti agli indagati che, nel corso dei mesi, sono diventati 95. Oltre all’elenco degli indagati, con le verifiche degli inquirenti, sono cresciute le accuse. Agli indagati - tra i quali spicca il nome del leader sardo dell’Udc Giorgio Oppi, appena nominato dal segretario Lorenzo Cesa commissario per il tesseramento straordinario al partito in Sardegna - sono contestati vario titolo i reati di peculato, truffa aggravata, voto di scambio e turbativa d’asta.

Per gli inquirenti, proprio attorno all’Igea - controllata al 100% della Regione Sardegna - ruotava un giro di appalti truccati e ruberie che in cinque anni avrebbe bruciato circa 600 milioni di euro pubblici. Stando alle accuse il gasolio dei tosaerba finiva nei serbatoi delle auto di amanti e amici, diversi frammenti di rari minerali, estratti dalle gallerie, erano stati dirottati nelle case di persone che, in cambio, elargivano favori e i vecchi carrelli delle miniere - pezzi ricercati di archeologia industriale - diventavano merce preziosa, trasformandosi in originali ornamenti da giardino in cambio di voti.

Tra gli indagati figurano numerosi politici locali, diversi lavoratori Igea, sindacalisti e piccoli imprenditori della zona. Negli anni la società che inizialmente doveva occuparsi del recupero dell’imponente patrimonio di gallerie e antiche strutture di scavo dei metalli, era stata destinata esclusivamente alla messa in sicurezza dei territori. Le bonifiche, però, non sono mai partite mentre Igea, tenuta in vita dalle costanti iniezioni di denaro pubblico, non ha potuto fare altro che scivolare in un irreversibile declino.

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative