La Nuova Sardegna

Bimba morta nel tugurio, la verità dall’autopsia

di Gianni Bazzoni
Bimba morta nel tugurio, la verità dall’autopsia

Santa Maria Coghinas, l’esame servirà a capire se la piccola era stata partorita viva

10 gennaio 2016
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SANTA MARIA COGHINAS. Le prime mosse dell’inchiesta sulla neonata morta nel tugurio di Santa Maria Coghinas, dove la giovane mamma l’ha partorita in condizioni estreme di degrado e disagio, sono legate a una serie di accertamenti preliminari disposti dal procuratore capo reggente Paolo Piras e dal sostituto Maria Paola Asara. Ieri è stata eseguita una tac total body sul corpicino della bambina e i risultati si conosceranno solo tra qualche giorno, mentre domani il medico legale Salvatore Lorenzoni effettuerà l’esame all’Istituto di patologia forense di Sassari per dare risposte ai quesiti posti dalla Procura.

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Al momento, la mamma di 30 anni è stata iscritta nel registro degli indagati con una ipotesi di reato che appare come un atto dovuto: «Infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto».

L’obiettivo è quello di stabilire se quando la donna si è sentita male - nella tarda mattinata dell’Epifania - la bambina fosse già morta (e quindi è stata partorita già priva di vita), o se durante le fasi della nascita si sono verificate complicazioni che con una assistenza adeguata potevano essere superate, garantendo quindi di salvare la vita alla neonata.

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La giovane donna - che è ancora ricoverata in ospedale - è stata sottoposta a una serie di visite, compresa quella ginecologica che avrebbe escluso l’interruzione volontaria della gravidanza.

Proseguono, quindi, le indagini dei carabinieri della compagnia di Porto Torres, guidati dal capitano Romolo Mastrolia, che hanno sentito il compagno della donna (un uomo di Santa Maria Coghinas di 49 anni). Finora sia lui che la donna hanno confermato di non essere a conoscenza della gravidanza e anche sul loro racconto sono in corso valutazioni specifiche. Tra le ipotesi prese in esame, infatti, c’è anche quella che la coppia possa avere nascosto la gravidanza a tutti, anche ai parenti, con la preoccupazione che i Servizi sociali - viste le condizioni di precarietà e disagio in cui vivevano da tempo - potessero portarle via la bambina.

Dall’esame autoptico sul corpicino della bambina, si aspettano indicazioni precise su come sono andati i fatti. Si fa strada sempre più l’ipotesi che la gravidanza fosse ormai giunta al termine e che, quindi, il parto sia avvenuto in modo naturale. La neonata ha fatto registrare un peso di circa due chili e le complicazioni sorte al momento del parto - avvenuto in piena solitudine - potrebbero essere state fatali alla piccola. Tra le valutazioni in corso, anche quelle relative ai tempi: cioè se dal momento in cui sono cominciate le doglie (in mattinata) a quando è stato dato l’allarme con la telefonata al 118, siano state messe in atto tutte le azioni utili per salvaguardare la vita della nascitura e della mamma (che ha avuto una emorragia importante ed è stata assistita dal 118 che poi l’ha trasportata in ospedale con l’elisoccorso).

Ieri la donna, che ha una storia familiare difficile, alla quale era stato assegnato un avvocato d’ufficio (Maurizio Serra), ha nominato un difensore di fiducia affidando l’incarico a Salvatore Serra. Sarà lui a seguirla in questo delicato momento.

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