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La condanna della società: «Un’azione deprecabile»

OLBIA. La condanna è arrivata subito. La società olbiese ha preso posizione appena giunta la notizia. E lo ha fatto tramite un comunicato ufficiale apparso sul sito e sulle pagine Facebook e Twitter....

08 gennaio 2016
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OLBIA. La condanna è arrivata subito. La società olbiese ha preso posizione appena giunta la notizia. E lo ha fatto tramite un comunicato ufficiale apparso sul sito e sulle pagine Facebook e Twitter. «L’Olbia calcio esprime massima solidarietà ai tre giocatori della Torres e alla ragazza di uno di questi aggrediti dopo la partita – si legge –. Certa che le autorità competenti faranno piena chiarezza sull’accaduto, la società intende condannare con fermezza la deprecabile azione così come qualsivoglia gesto violento compiuto in nome di una fede calcistica e di una rivalità sportiva». Il club guidato dal presidente Alessandro Marino, nelle stesse ore impegnato a ricomporre i cocci post-derby e a individuare il successore dell’esonerato Oberdan Biagioni, dice no alla violenza e grida forte la sua disapprovazione. Ma la condanna in città è comunque unanime. I social brulicano di post e riflessioni digitati da tifosi, simpatizzanti, appassionati e semplici cittadini. E a finire nel mirino, oltre i violenti della domenica, è anche l’intero mondo del calcio, da molti considerato una realtà che oltrepassa i confini dello sport con troppa facilità. Su Facebook non si contano i «Vergogna!» e i «Non sono tifosi ma delinquenti». Qualcuno, invece, ricorda la sassaiola di due anni fa contro il pullman dei tifosi dell’Olbia a Latte Dolce e mette in guardia: «Come allora non fu colpa di tutti i sassaresi, stavolta non è colpa di tutti gli olbiesi. Non generalizzare mai». «Per cortesia, evitiamo di paragonare il calcio allo sport» scrive qualcun altro. (d.b.)

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