La Nuova Sardegna

Raccolta fondi per Ryanair, Antonio Marras e Paolo Fresu staccano l’assegno

di Nadia Cossu
Sbarco da un aereo Ryanair
Sbarco da un aereo Ryanair

Testimonial d’eccezione per la sottoscrizione volontaria per mantenere i voli low cost ad Alghero. Lo stilista: «Si rischia un salto indietro». Il musicista: «L’isola deve continuare a dialogare col mondo»

04 gennaio 2016
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SASSARI. «C’è un’intera isola che deve poter continuare a dialogare con il mondo. Dal vivo, non solo in rete».

Stavolta, nella battaglia per salvare i voli low cost all’aeroporto di Alghero scendono in campo due sardi illustri nel panorama musicale e in quello della moda: Paolo Fresu e Antonio Marras. Due testimonial d’eccezione che hanno voluto condividere la causa di un territorio che ce la sta mettendo tutta per mantenere in piedi una realtà così importante per la crescita economica, culturale e sociale della Sardegna.

E così, anche loro hanno voluto partecipare concretamente alla “colletta” avviata dagli imprenditori del nord Sardegna versando un contributo sul conto corrente intestato a Confcommercio Nord Sardegna. Un’iniziativa che ha come unico obiettivo quello di convincere Ryanair a mantenere i propri investimenti sullo scalo di Alghero, evitando in questo modo la già annunciata cancellazione di 14 rotte per la stagione estiva 2016.

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«Siamo un’isola europea – è il messaggio forte del musicista Paolo Fresu – Il problema in questo momento è continuare a esserlo. La nostra necessità di comunicare, di confrontarsi con altre realtà, conoscendole da vicino, è l’humus imprescindibile che ci consente di crescere e di evolverci. Solo così possiamo assimilare e costruire quella cultura su cui si fonda il futuro di un territorio». Fresu non ne fa solo una questione economica: «Certo, i risultati economici che rischiano di essere compromessi, sono la prima preoccupazione, ma non l’unica». Esalta, il trombettista di Berchidda, la volontà dei sardi di impegnarsi in prima persona: «Per fortuna ci sono uomini e donne che questa volta, senza bandiere o appartenenze, dimostrano di essere sardi, da Alghero a Olbia, e si pongono la domanda che ci siamo posti tutti: “Cosa possiamo fare?”».

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«Un salto indietro pericolosissimo» lo definisce lo stilista Antonio Marras. «Lo dico da imprenditore e da cittadino. Alghero e la Sardegna sono cresciuti in questi anni grazie a una vera e propria rivoluzione. La nostra terra, questa parte di Sardegna, non era poi così conosciuta. L’avvento del low cost ci ha permesso di farci apprezzare in tutta l’Europa e non solo. Perdere tutto, a questo punto sarebbe una vera e propria follia». Marras sogna in grande: «L’aeroporto di Alghero – più che un sogno la sua è una vera e propria certezza – può svilupparsi e diventare, per esempio, come Orio al Serio, a Bergamo. Uno scalo che è cresciuto vertiginosamente grazie al low cost».

Il tempo stringe, considerato che solo fino al 20 gennaio si potrà andare a trattare con Ryanair: «Manca poco – conclude Marras – ma l’energia che in questo momento si sta mettendo in campo è tantissima e il risultato si può raggiungere. Fa piacere vedere un fronte comune unito che non lascia spazio a sterili lamentele su quello che si poteva fare e che non si è fatto. Questo deve essere un segnale importante per tutti, un nuovo metodo di risoluzione dei problemi che da queste parti non si vede spesso».

Già oggi, intanto, sono in programma una serie di incontri per arrivare a una maggiore condivisione del progetto che nasce esclusivamente per salvaguardare il territorio e “rimodulare” gli intendimenti di Ryanair. Sulle 14 rotte a rischio di cancellazione si muovono circa 700mila passeggeri all’anno e le stesse generano, tra economie dirette e indotte, quasi 400 milioni di euro. Numeri che inevitabilmente devono far riflettere.

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