La Nuova Sardegna

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Bersaglieri, solidarietà all’operaio incatenato

di Luciano Onnis
Bersaglieri, solidarietà all’operaio incatenato

SAMATZAI. La banda suona per lui, per Silvano Barabino, operaio di 58 anni di una impresa d'appalto che lavora all'interno della cementeria Italcementi di Samatzai e che ha passato le feste...

04 gennaio 2016
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SAMATZAI. La banda suona per lui, per Silvano Barabino, operaio di 58 anni di una impresa d'appalto che lavora all'interno della cementeria Italcementi di Samatzai e che ha passato le feste natalizie e di Capodanno incatenato ai cancelli dello stabilimento e dormendo in una tendina da campeggio allestita davanti alla recinzione metallica. Ieri mattina la fanfara dei bersaglieri (sezione di Domusnovas), costituita da dodici strumentisti, si è esibita in segno di solidarietà davanti a lui, ai suoi familiari e ad alcuni colleghi che lo sostengono nella sua battaglia. La conduce dallo scorso 13 dicembre e non intende smettere finchè non gli sarà restituito il posto di lavoro, come peraltro decretato dal giudice del tribunale civile di Cagliari. Il giorno dopo Natale aveva ricevuto la visita di solidarietà di una rappresentanza degli operai dell’Alcoa di Portovesme, ieri la banda dei militari "piumati". Licenziato dalla ditta d’appalto che lavora all’interno della cementeria (l’Italcementi è del tutto estranea alla vertenza e ne ha auspicato una rapida risoluzione), Silvano Barabino, sposato e con figli, rappresentante sindacale interno della Uil, non è stato ancora reintegrato nell lavoro per alcuni contenziosi che persistono fra lui e ditta di appartenenza, la Abate Costruzioni di Porto Empedocle, subentrata nel 2006 alla Meccanica Costruzioni che operava sia nella cementeria di Scala di Gioca che di Samatzai, entrambe della Italcementi. Proprio nel sito sassarese Silvano Barabino prestava servizio. Poi chiusa la cementeria di Scala di Gioca e trasferito dalla sua impresa d’appalto a Samatzai, sono cominciati a sorgere i problemi fra dipendente e ditta di appartenenza. Una lunga serie di contenziosi che sono finiti in tribunale e dal quale l’operaio, assistito dallo studio legale Macciotta di Cagliari, è sempre uscito vincitore. Compreso l’ultimo dello scorso giugno, con il giudice del lavoro che ha disposto il reintegro dell’operaio nello stabilimento di Samatzai. Ma non è finita lì perché la guerra è proseguita fra offerte di uscita incentivata del lavoro e accompagnamento alla pensione con la mobilità. Pensione che dovrebbe arrivare nel 2018. Non c’è stato però accordo sull’importo di una prospettata buonuscita e l’operaio ha deciso di proseguire la protesta e rimanere incatenato ai cancelli della fabbrica.

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