La Nuova Sardegna

samatzai

Operaio licenziato dalla ditta s’incatena ai cancelli

di Luciano Onnis

SAMATZAI. Licenziato dalla ditta d’appalto che lavora all’interno della cementeria Italcementi di Samatzai (estranea alla vicenda), un operaio di 58 anni, Silvano Barabino, sposato e con figli, ieri...

15 dicembre 2015
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SAMATZAI. Licenziato dalla ditta d’appalto che lavora all’interno della cementeria Italcementi di Samatzai (estranea alla vicenda), un operaio di 58 anni, Silvano Barabino, sposato e con figli, ieri di buon’ora si è incatenato a una cancellata dello stabilimento per protestare contro il provvedimento. Ha minacciato di proseguire e accentuare la protesta se non sarà reintegrato nel posto di lavoro. Subito davanti ai cancelli sono arrivati i carabinieri della stazione di Samatzai e dalla compagnia di Sanluri. Sembra che il licenziamento sia stato deciso perché la sua posizione – oltretutto è tutelato dalla legge 104 – contrasterebbe per motivi organizzativi e occupazionali con quella della ditta di appartenenza, la Abate Costruzioni di Porto Empedocle, subentrata nel 2006 alla Meccanica Costruzioni che operava nella cementeria di Scala di Gioca e in quella di Samatzai, entrambe della Italcementi. Proprio nel sito sassarese Silvano Barabino prestava servizio. Poi chiusa la cementeria di Scala di Gioca e trasferito dalla sua impresa d’appalto a Samatzai, sono cominciati a sorgere i problemi fra dipendente e proprietà. Vari contenziosi sono finiti in tribunale, l’operaio ne è sempre uscito vincente. Compresa l’ultima volta lo scorso giugno, con il giudice del lavoro che ha disposto il reintegro dell’operaio a Samatzai. La guerra però è proseguita fra offerte di uscita incentivata del lavoro e accompagnamento alla pensione con la mobilità. L’accordo non è arrivato, da qui la protesta.

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