La Nuova Sardegna

Strada Sassari-Alghero, il progetto dell’ultimo tratto è da rifare

di Gian Mario Sias
Un cantiere sulla Sassari-Alghero
Un cantiere sulla Sassari-Alghero

Gli ultimi 7 chilometri bocciati da ministero e commissione tecnica per i Via

13 dicembre 2015
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ALGHERO. Per come si erano messe le cose alla fine di ottobre, c’era da aspettarselo. Ma dopo il via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che risale esattamente a un mese fa, è una doccia fredda: il progetto del primo lotto della statale 291, per tutti la “Sassari-Alghero”, è stato bocciato. Due volte. Il primo parere negativo risale allo scorso 30 ottobre e porta la firma del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Del provvedimento si è appreso solo con la pubblicazione sul sito del ministero dell’ambiente di un altro parere negativo, quello autografato il 3 dicembre dalla commissione tecnica per la verifica di impatto ambientale, il cosiddetto Via, pubblicato nei giorni scorsi.

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Tradotto dal burocratese: il progetto è da rifare. Aveva ragione chi predicava prudenza. Anche in quel venerdì 13 novembre in cui il sindaco di Alghero, Mario Bruno, aveva legittimamente esultato per due buone notizie arrivate insieme da Roma. Mentre il Consiglio superiore dei lavori pubblici, organismo tecnico del ministero dei lavori pubblici, il cui giudizio è indipendente, approvava il progetto della strada della Nurra, il Consiglio dei ministri licenziava un decreto legge con cui gli interventi inseriti nello “Sblocca Italia”, e tra questi la “quattro corsie” tra Sassari e Alghero, mantengono le risorse fino al 31 dicembre 2017. Quel giorno sembrava abbastanza da far ritenere che il grosso fosse fatto e che la realizzazione degli ultimi sette chilometri fosse in discesa. Invece niente.

Da quel che si apprende dal parere del Ministero dei beni culturali, non ancora consultabile nel sito ministeriale, il progetto contrasterebbe con le leggi di tutela paesaggistica fissate dalla Regione, che pure ha dato parere favorevole e ha contestato questa posizione. Per il ministero dell’ambiente, invece, «anche le alternative progettuali presentate richiederebbero una deroga alla norma vigente e non risolvono le criticità evidenziate nel corso dell’istruttoria relativamente alle sottrazioni di suolo agricolo di pregio, agli impianti localizzativi, dimensionali e altimetrici, soprattutto rispetto al tessuto agricolo di pregio, ipotecando irrimediabilmente l’assetto paesaggistico di un territorio particolarmente sensibile e caratterizzato da elementi di grande valore culturale e ambientale difficilmente mitigabili e compensabili».

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