La Nuova Sardegna

IL LIBRO

Cabras, benvenuti a Maluentu l’isola del Paradiso

Enrico Carta
Cabras, benvenuti a Maluentu l’isola del Paradiso

Esce il libro del naturalista Gianfranco Casu: un mix di nozioni storiche, ambientali e faunistiche

12 dicembre 2015
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CABRAS. Potete sognare di essere un falco della regina che si libra in volo per guardare dall’alto il suo piccolo mondo farsi sconfinato quanto il mare che lo circonda. Potete pensare di essere un rettile o insetto pronto a infilarsi in mezzo alla vegetazione o a catturare i raggi del sole. Potete trasformarvi in un coniglio pronto a saltellare qua e là alla ricerca di una pozza d’acqua o potete diventare una lentissima e rilassata tartaruga. Potete immergervi in acque trasparenti. Oppure, dopo aver visto le foto del libro del ricercatore e naturalista oristanese Gianfranco Casu, potete chiudere gli occhi e pensare di essere in paradiso. E se lo fate, non siete molto lontani dalla verità.

“Maluentu. L’isola di Mal di Ventre” però non è solo immagini. È un mix di nozioni storiche, cartografiche, ambientali, geologiche, faunistiche. Se non ci si ferma alla sola bellezza del paesaggio che già di per sé basterebbe, la monografia edita dalla Sandhi di Ortacesus offre in oltre duecento pagine anche un’insieme di informazioni preziosissime per chi non si accontenta del classico bagno al mare di una domenica d’agosto. Mal di Ventre è anche quei dieci mesi all’anno in cui poche orme umane ne calpestano il suolo o si immergono nelle sue acque.

L’isolotto che si trova nel territorio del Comune di Cabras, che appartiene allo scozzese Rex Miller il quale non potrà metterci mai un solo mattone perché Mal di Ventre ricade in un’area con vincolo totale, è facilmente raggiungibile in barca dalla marina di San Vero Milis, in particolare dalle spiagge di Putzu Idu e Mandriola. Piccola indicazione per chi non avesse ancora avuto la fortuna di passarci una giornata, ma tante altre le può raccogliere nel libro di Gianfranco Casu che si è avvalso della collaborazione della Kls di Massimiliano Sanna per la parte grafica e di quella di Vincenzo Piras, Goffredo Marconi, Marco Secchi e Claudio Masala per quella fotografica.

La parte storica e toponomastica ha invece un curatore d’eccezione, visto che è stato il docente universitario Raimondo Zucca ad occuparsene. Ovviamente anche la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale perché nell’epoca del drone, del paramotore e delle macchine digitali anche subacquee le chance che il fotografo ha a disposizione sono infinitamente di più rispetto a quelle di un tempo. Ma questo non fa che ingigantire la bellezza del libro come prodotto finale, che ha una genesi alquanto datata.

Mal di Ventre è stato l’argomento di cui Gianfranco Casu si è occupato nella sua tesi di laurea in Scienze Naturali, passaggio che poi l’ha portato con la sua creatura Sargea a diventare ricercatore fotografico. L’opportunità è stata colta al volo dall’Area marina protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e dal Comune di Cabras che hanno patrocinato l’opera. Questa diventa anche un veicolo per modificare le abitudini e l’approccio dei tanti visitatori, proprio nel momento in cui si riaccende il dibattito sul numero chiuso per gli accessi all’isolotto in modo da limitarne la pressione antropica.

Così, scoprire le rocce, saperle catalogare, capire la vegetazione, conoscere i sentieri e persino l’origine tanto antica del nome – sicuri voglia dire Malu Entu, vento cattivo? – può anche cambiare volto al turismo e renderlo rispettoso e responsabile. Se un diamante è per sempre, un gioiello della natura non è per forza immortale.

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